Datemi solitudine ma non lasciatemi sola. — Mariella Bettarini

La poesia capitalista
Posted 14 hours ago

 
È Lyotard, nella sua opera più importante La condizione post-moderna – lettura imprescindibile per chiunque voglia comprendere la condizione del sapere e dalla cultura della contemporaneità – che ci fornisce,…

La poesia capitalista
Libri Di/Versi n.1: una nuova iniziativa di Poesia 2.0 a cura di Sebastiano Aglieco
Posted 2 days ago

 
Mi sono sempre chiesto, quando si parla di poesia, se la gente la legga veramente. Che poesia si legge? Quali poeti? Quanta se ne legge? Con quali sensibilità, affinità di…

Libri Di/Versi n.1: una nuova iniziativa di P…
A proposito di “Addio alle Armi” n.5: Lorenzo Mari
Posted 2 days ago

 

 
Benvenuta militanza
Appunti in progress

In un preciso momento storico in cui la crisi della critica militante, che perdura da decenni, si è acuita fino a creare spaccature enormi, monumentali faglie sismiche,…

A proposito di “Addio alle Armi” n.5: Lorenzo…
Parola ai Poeti: Loredana Semantica
Posted 3 days ago

 
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Rispondo a questa domanda da frequentatrice di luoghi virtuali nei quali si scrive e si legge poesia…

Parola ai Poeti: Loredana Semantica
‘Il Piombo a specchio’ vince l’edizione 2012 di “Opera Prima”
Posted 3 days ago

 
La raccolta Il piombo a specchio di Manuel Micaletto vince l'edizione 2012 di "Opera Prima".

[issuu width=550 height=391 embedBackground=%23ffffff backgroundColor=%23222222 documentId=120128173124-96f314051a6442cabd7a653274688da5 name=opera_prima_2012_-_micaletto username=poesia2.0 tag=poesia unit=px id=e7991b86-37c0-fc5b-0758-7ce28c27ca51 v=2]

Aggiornamenti e maggiori informazioni durante…

A proposito di "Addio alle Armi" n.4: Alessandro Assiri
Posted 5 days ago

 
Una poesia che rifonda se stessa è principalmente una poesia che ripensa le sue relazioni percependosi come testimonianza collettiva.
Tra le relazioni che vanno rimesse in discussione ci sono anche le…

A proposito di “Addio alle Armi” n.4: Alessan…
Vicolo Cieco n.21: Comuni e Principati
Posted 6 days ago

 
In fondo Addio alle armi, già dal titolo, voleva essere una chiamata di deposizione, non tanto degli strumenti del conflitto, quanto della zappa che ci serve per la causa del…

Vicolo Cieco n.21: Comuni e Principati
un tale, una tale – tra oralità e scritture n.7: A mio modesto avviso (appunti di poetica ragionevolmente sentimentali)
Posted 8 days ago

 

[ La questione orale : le diverse posizioni sin qui raccolte ne mostrano l'aspetto irriducibile, l' argento vivo. Il tentativo di adunare più voci in questo spazio è un gesto…

un tale, una tale – tra oralità e scritture n…
A proposito di “Addio alle Armi” n.3: Matteo Fantuzzi
Posted 8 days ago

 
di Matteo Fantuzzi
Cari tutti, mi dispiace non essere con voi oggi ma sono di turno col lavoro e non mi era possibile sganciarmi.
Capisco bene le necessità di convegni, di idee,…

A proposito di “Addio alle Armi” n.3: Matteo …
Parola ai Poeti: Dante Maffia
Posted 10 days ago

 
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Se ti riferisci allo stato di salute attuale devo subito dirti che è buono ma nascosto, occultato,…

Parola ai Poeti: Dante Maffia
PreviousNext

Biagio Cepollaro secondo Clelia Martignoni

di

Biagio Cepollaro, anno di nascita 1959: la sua scheda bibliografica contiene, oltre a un giovanile Le parole di Eliodora (1984), lo sforzo compatto di una trilogia poetica in fieri. I due titoli usciti sinora sono: Scribeide, con prefazione di Romano Luperini (Lecce, Manni, 1993) e Luna persciente, con prefazione di Guido Guglielmi (Roma, Mancosu, 1993). Il terzo titolo della serie è in lavorazione, e ne è stato anticipato un intenso frammento al convegno Ricercare di Reggio Emilia, nel maggio ’94. Questi pochi dati già suggeriscono parecchio a un lettore esperto di poesia contemporanea, e legano Cepollaro a un’area scelta e rigorosa di scrittura di ricerca e sperimentazione.

Il quadro si arricchisce se si aggiungono almeno i seguenti tasselli che includono il lavoro singolo di Cepollaro in una più vasta situazione e generazionale e culturale: Cepollaro è stato tra i fondatori nel 1990 della rivista «Baldus» (al fianco di Mariano Baino e Lello Voce) indicativa, già dal titolo folenghiano, di scelte di espressionismo linguistico, e tuttora in vita con redazione rinnovata; tra i promotori del «Gruppo 93» cioè di quel piccolo e agguerrito sodalizio di poeti presentatosi per la prima volta al pubblico nel 1989 e dopo anni di discussioni dibattiti e lavori in comune dichiaratosi sciolto nel ’93; e redattore pro tempore della rivista di ricerca interdisciplinare «Campo» organizzata a Milano dall’infaticabile Francesco Leonetti. Biagio Cepollaro appartiene insomma a un’attiva e irrequieta formazione di giovani scrittori, al massimo quarantenni, per lo più poeti, di estrosa e forte tendenza sperimentale: non sarà inopportuno richiamare, per uscire dal generico, il nome di qualche compagno di strada (ma, attenzione, a lavoro in atto dei singoli, pur fondato su un retroterra comune, fatto di scambi relazioni assonanze, registra, oltre che affinità, anche notevoli e vistose divergenze): oltre ai già citati Baino e Voce, Marco Berisso, Piero Cademartori, Giuseppe Caliceti, Marcello Frixione, Paolo Gentiluomo, Umberto Lacatena, Tommaso Ottonieri. Quanto a Cepollaro, poiché il titolo che qui si discute è come s’anticipava il secondo di una trilogia, completezza vuole che si arretri anche al primo testo della serie, il non lontano Scribeide (1993) che raccoglie lavori dell’85-89, dove subito si impongono alcuni caratteri dominanti peraltro riscontrabili anche in Luna persciente (datato ’89-’92). Partirei dalla scrittura razionale e razionalmente contesta (Cepollaro proviene da studi filosofici, e la sua provvedutezza culturale è evidente) che organizza il fluire sincopato e aspro della materia versale in una forma di poesia dell’intelligenza. Ma altrettanto va sottolineato il complesso gioco linguistico – una costante, con modalità dissimili di applicazione, dell’ex Gruppo 93 e di «Baldus» – che si bilancia tra diverse lingue e più lacerti espressivi: la lingua della tradizione arcaica spesso nelle sue punte più aspre e crude (l’ex ergo del volume e tratto non per caso da Jacopone), i neologismi, i tratti dialettali, più la massa delle lingue svariate dell’oggi: lingua basica della comunicazione quotidiana, miscuglio di linguaggi multimediali, tra pubblicità, tecnica, gerghi in uso, etc. Il lavoro sul linguaggio risulta centrale in Cepollaro e non può non essere: con differenze marcate, s’intende, rispetto alle operazioni contaminatorie e immediatamente eversive compiute dalle neo-avanguardie. Infatti la condizione di oggi è tale che, come scrive Cepollaro stesso in un intervento del ’93 (edito in «Allegoria», n. 14, 1993) «i linguaggi tendono alla trasversalità e alla contaminazione anche al di fuori degli oggetti intenzionati esteticamente», dunque l’assorbimento nella scrittura di tale «trasversalità» e «contaminazione» ormai non è di per sé trasgressivo: si tratta invece di manipolare con nuova cura i «nuovi linguaggi del mondo», spesso fatti di «materiali di scarto, [...] detriti, macerie» e correlatamente i nuovi paesaggi, le nuove tecnologie, per creare una nuova «organizzazione di senso» nata dal rapporto tra chi scrive e la caotica realtà, anche linguistica, circostante.

Definito per sommi capi il senso del procedimento linguistico che presiede sia a Scribeide sia a Luna persciente risulterà più chiaramente su quali fondamenti posi l’operazione testuale di «montaggio» con cui Cepollaro costruisce la sua poesia prestando l’occhio al nuovo orizzonte percettivo provocato dagli sviluppi tecnologici, da es. alle funzioni di «simulazione» e «virtualità» proprie del computer. Alla luce di questa consapevolezza critica degli scenari odierni vanno lette le due raccolte che, attraverso un sistema laborioso e apparentemente caotico di aggregazioni, citazioni, contaminazioni linguistiche ecc. tendono a suggerire una esperienza intellettuale e cognitiva. Non a caso la prima raccolta pone l’accento già nel titolo, Scribeide appunto, sull’atto stesso dello scrivere inteso dunque come modalità di riappropriazione e trasmissione dell’esistente. Infatti la figura dello Scriba - senhal dell’autore – appare più volte nel libro: come una sorta di ritornello ricorrente che si incarica di fissare con assillo pungente l’atto faticoso della scrittura e della riflessione scritturale e contemporaneamente contribuisce a dare intreccio unitario alla raccolta. Questa stessa tecnica di ricorsi multipli, sia flashes di figure quasi sagome di «personaggi», sia anche folte riprese sintagmatiche tra testo e testo, ritorna in Luna . Qui riappare, a legare tra loro ì due volumi, lo stesso Scriba, anche se su tutto domina il ritmo incalzante e affannoso di una moltitudine inquietamente trasmigrante su sfondi lividi e metropolitani e fermata, pur nell’insensato-incessante movimento, in una serie di «fotogrammi» spezzati. Anche il metro asseconda il movimento narrativo, strutturato com’è, in larga prevalenza, su distici di varia e irregolare estensione, privi di pause interpuntive, in un fluire ininterrotto di enjambements e fratture sintattiche. Prevalgono i verbi d’azione, a segnalare un precario cammino collettivo («e andando» «mò ca semo giunti», «ti muovi e spingi», «ce movemmo traliniati», etc.), pur se il movimento risulta infine fittizio: una «girandola degli Annaspanti» (per dirla secondo il titolo di uno dei «fotogrammi») in una specie di inferno cittadino esistenziale ribollente e immobile. L’impasto lessicale, ricco di materialità e carico di intertestualità, non è sostanzialmente variato rispetto a Scribeide: puntando sempre verso scontro mescolanza di più linguaggi e più segni, usati alla stregua di «parole orfane», «spezzoni», «massa di frammenti» decontestualizzati (Guido Guglielmi). Diverso sembra invece l’atteggiamento linguistico (con l’abbandono ad esempio di dialettalismi) messo in campo nel primo frammento del terzo volume della trilogia, anticipato in lettura nel già citato incontro di Reggio Emilia del ’94: forse interessante preludio di un rinnovamento stilistico in atto. Un’ultima cosa: Luna persciente è uscita accompagnata dalla relativa cassetta, a testimoniare l’assunzione presso gli attuali redattori di «Baldus» del problema dell’esecuzione orale del testo poetico e più in generale della oralità del testo, in presenza di nuovi fattori pressantemente condizionanti (usi tecnologici aggiornati, letture pubbliche, possibile apertura verso fruitori nuovi dei testi, etc).In tale contesto vanno collocati i richiami di Cepollaro alle nozioni di «oralità secondaria» di Walter Ong e di «nuova generazione di realtà» di Paul Virilio («Baldus», 1, 1991).

(Clelia Martignoni, il verri, settembre-dicembre 3-4, 1995)

Articoli correlati:

  1. Versi Nuovi (1998-2001) – Biagio Cepollaro Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare l’eBook direttamente su Issuu.   Poetica Versi nuovi sono stati scritti tra il 1998 e il 2001. Qui è proprio la scrittura ad...
  2. Le parole di Eliodora – Biagio Cepollaro Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare l’eBook direttamente su Issuu.   Poetica Le parole di Eliodora nacquero tra il 1983 e il 1984 come libro erotico, indagine a partire...
  3. Luna Persciente – Biagio Cepollaro, 1993 Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare l’eBook di Biagio Cepollaro direttamente su Issuu....
  4. Fabrica (1993-1997) – Biagio Cepollaro Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare l’eBook direttamente su Issuu.   Poetica Ho terminato di scrivere Fabrica proprio quando ho deciso di allontanarmi dall’attività letteraria (non dalla scrittura ma...
  5. Biagio Cepollaro – Inediti: ‘La notte dei botti’ Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare il romanzo inedito di Biagio Cepollaro direttamente su Issuu....

Leave a Reply

Bookliners