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Nadia Agustoni Il peso di pianura Lietocolle, 2011 |
Mario Benedetti Pitture nere su carta Mondadori, 2008 |
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Pierluigi Cappello Mandate a dire all’imperatore Crocetti Editore, 2010 |
Milo De Angelis Quell’andarsene nel buio dei cortili Mondadori, 2010 |
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Luigi Di Ruscio L’Iddio ridente Zona, 2008 |
Ivan Fedeli Virus Le Voci della Luna, 2012 |
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Annamaria Ferramosca Curve di livello Marsilio, 2006 |
Ivano Ferrari Macello Einaudi, 2004 |
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Alfredo Panetta Na folia nt’è falacchi CFR edizioni, 2011 |
Autori vari Corporea Le Voci della Luna, 2009 |
L’Iddio ridente di Luigi Di Ruscio
Ricordo che quando lessi questo libro dissi a Di Ruscio che, nonostante si proclamasse ateo, lo trovavo più cristiano di certi cristiani. Lui rispose: non lo so, può darsi che lo sia. Quel che più mi ha avvicinato e fatto amare la scrittura di questo grande poeta è stata la sua capacità di stupirsi e indignarsi ancora dopo una vita che volgeva verso la fine. La sua ironia dissacrante, la sua fame di giustizia. È una poesia che cattura per la magmatica sovrapposizione delle immagini e dei significati, per il linguaggio originalissimo e torrenziale.
Nel mio blog scrissi il presente commento al libro:
Solo una breve nota senza pretesa per questo poeta che sa tradurre le sue tante (non me ne voglia l’autore) primavere in un un’unica, incontaminata primavera di fioriture sempre nuove, vitali. Mi sorprende sempre la sua caparbia volontà di denuncia, per nulla arresa agli assalti del tempo né sconfitta da un’esistenza a volte ostile.
Non si può non essere d’accordo con Stefano Verdino quando nell’accurata prefazione a L’Iddio ridente definisce il poeta Di Ruscio “smisurato, oltranzista, insieme irridente e sacro”. La commistione stridente di tali aggettivi riflette anche, in questo libro, la tensione dell’uomo in cerca.
Se Giobbe prega e impreca, atterrito a volte dal Dio nel quale crede, il Di Ruscio ateo interroga e impreca contro un Dio che non riconosce, che affiora in certi segni e sparisce in altri. Se l’invettiva è contraria alla preghiera, non lo è alla ricerca, all’interrogazione strenua a un’ entità a noi superiore, non comprensibile, non “dato certo” , ma solo sostenuto dalla fede.
Significativa in questo senso l’iscrizione 190 (riportata nelle poesie qui pubblicate) nella quale è evidente il rovello del poeta. Altri temi sono affrontati nel libro: la caduta, l’io, l’umano/disumano, la natura e l’uomo, ben indagati dall’attenta lettura di Stefano Verdino. In questo libro c’è tutto il fascino del linguaggio, provocatorio e ironico, dissacratorio ma onesto, a volte feroce al quale il poeta ci ha abituato e che comunque ci sorprende ogni volta. Come afferma lui stesso nel libro “… la mia è poesia estrema urlata blasferica, ricordo ancora una volta mio padre che quando seppe che mi ero messo a scrivere le poesie disse: Quello è capace di tutto.”
E meno male. Sarebbe mancato qualcosa senza la poesia di Luigi Di Ruscio.
Liliana Zinetti
Grazie, Liliana, per aver citato (evidentemente lo ricordi!) il mio libro Curve di Livello. leggo solo ora la tua lista, con i mei amatissimi, tra gli altri, Cappello e Di Ruscio…
un abbraccio ,annamaria