Vedo dal buio
come dal più radioso dei balconi.
— Antonella Anedda

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Appunti: [ Flavio Ermini ]

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Ritratto di poeta come organismo animale primitivo

Clicca sull’immagine per leggere il volume su Issuu     RITRATTO DI POETA COME ORGANISMO ANIMALE PRIMITIVO Omaggio a James Joyce e a Dylan Thomas   La grande porta del possesso L’esteriorità diviene l’usurpatrice dell’interiorità, mentre l’apparente immediato ha ormai la meglio su quanto richiede tempo per manifestarsi: il transitorio vince sul persistente. In questo scenario, l’uomo è l’adoratore di cose che sono in continuo aumento. Il suo desiderio smisurato di possesso è portato in tutte le direzioni. La passione per la quantità restringe la possibilità di una scelta, e discernere diventa sempre più difficile. Il nostro tempo è fatto di continue prese sul circostante: allunga mani ovunque: tenta l’appropriazione, ne sente l’esigenza. Tutto entra per la grande porta del possesso, oltre la quale lo spazio è la vetrina dell’accostamento più disparato. Quanto allo spirito, l’uomo sa di progredire più nell’impoverimento che nella conquista.


Appunti: [ Adriano Spatola ]

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Appunti: [ Adriano Spatola ]

Clicca sull’immagine per leggere il saggio su Issuu. X. Solipsismo o comportamento? L’anno di nascita della rivista Ana Etcetera è il 1958, l’anno di morte (presunta) il 1971, dieci fascicoli in una dozzina d’anni, quanto basta per controllare dal di dentro i «lavori in corso» (questa sigla appare tra le altre sulla copertina della rivista) di una metacomunicazione pretesa «quasi privata»; a scanso di equivoci sul ruolo di tale privacy nel campo della sperimentazione sulla «filosofia astratta» e sul linguaggio la linea programmatica di Ana Etcetera viene indicata anche come possibilità di «scrittura in cir­colo», «servizio di comunicazioni». È evidente che l’accumulo di tali esche definitorie serve in primo luogo a porre il lettore di fronte a una zona d’intervento in cui ven­gono contemporaneamente messe in moto l’analisi del linguaggio e la conoscenza di sé, l’eterodossia filosofica e l’esercizio individuale del pensiero (anzi, dello «spensare»), la tipo/grafia quale ele­mento costitutivo del discorso e il sense off sense, e questa zona d’in­tervento è da considerarsi aperta tanto al rito comportamentistico quanto all’interlinguaggio.


Umberto Fiori: Tutto bene Professore?

Umberto Fiori: Tutto bene Professore?

Tutto bene professore? Umberto Fiori 2003, 120 p. B.C. Dalai Editore (collana I saggi)   Quando i responsabili editoriali della casa editrice Baldini & Castoldi proposero ad Umberto Fiori, poeta, cantante e docente di scuola, di raccontare in un libro le condizioni dell’insegnante nella scuola odierna, accettando l’invito il professore si chiese immediatamente che cosa avrebbe potuto aggiungere alle eccellenti narrazioni dall’interno della scuola di Starnone, Pacchiano e Onofri (alla memoria di quest’ultimo è dedicato il libro di Fiori). Poi – racconta nella Premessa – ogni indugio fu rotto alla notizia della nomina di un manager, Letizia Moratti, a capo del ministero dell’Istruzione (neanche durante il fascismo, commenta Fiori, si era giunti ad affidare la riforma della scuola ad un manager o ad un gerarca). Questo fatto gli sembrò la naturale conseguenza di quanto accaduto in Italia nei precedenti vent’anni, in particolare della progressiva svalutazione del valore della cultura a vantaggio dell’economia (e dello spettacolo più volgare). Anche se i docenti, scrive Fiori, in generale non possono definirsi intellettuali in senso pieno, l’avversione nei confronti del lavoro intellettuale manifestatasi dagli anni ’80 ha travolto gli insegnanti di scuola. Si è passati da un ‘disprezzo tranquillo’ dell’opinione pubblica nei confronti di una categoria ‘miserabile, sì, ma in fondo innocua’ ad equiparare il titolo di professore ad un insulto. L’odio verso i docenti di scuola si alimenta di sospetti e luoghi comuni, che rimbalzano dagli organi di informazione alle salumerie (magistrale lo scambio di battute tra la madre di un’alunna del professor Fiori, commessa di un minimarket, e l’autore del libro nel capitolo intitolato ‘Vacanze’) e prende corpo nell’istituzione di mortificanti corsi di aggiornamento, nel disconoscimento del lavoro in classe, considerato routine, a cui fanno da contraltare le benemerenze acquisite dai docenti per attività organizzative e gestionali, nel prospettare una valutazione degli insegnanti senza disporre di criteri scientifici in proposito.Valutazione che pertanto suona come una minaccia soprattutto per i docenti più bravi in quanto non riconoscerebbe i meriti effettivi ma funzionerebbe come forma di controllo e come strumento per mantenere bassi gli stipendi. E’ la deriva della scuola-azienda, di cui Fiori sottolinea [...]


Umberto Fiori: “La poesia è un fischio”

Umberto Fiori: “La poesia è un fischio”

La poesia è un fischio Umberto Fiori 2007, 182 p., brossura Marcos y Marcos (collana I saggi di testo a fronte)   Da Leopardi a Saba cercando la poesia onesta Con grande lucidità e capacità autoanalitica, è lo stesso autore a definire, in una premessa al volume, il senso di questa sua raccolta di saggi. Umberto Fiori – cantautore, narratore, poeta e studioso di letteratura – spiega come gli interventi del libro non siano dei semplici saggi, ma piuttosto, considerati nel loro insieme, una sorta di scandaglio nella “poetica” di chi li ha scritti. Il termine “poetica” si applica bene al versante creativo di una produzione importante come quella di Fiori, ma anche al lavoro del critico quando non voglia limitarsi a essere “professore”. In questa raccolta di saggi critico-letterari – peraltro di argomenti più vari: da Kafka a Saba, da Sbarbaro a Coleridge, da Dante a Leopardi – si scorge, a percorrere i vari capitoli, una corrente di energia che fa di questi brani quasi un diario in pubblico, il diario intimo, ma volutamente condiviso, di uno che ama leggere e scrivere. Ed è proprio dall’esperienza della scrittura che, con tutta evidenza, sono scaturite alcune delle intuizioni più interessanti di Fiori. Il quale ha strutturato questo suo percorso letterario in tre momenti, che corrispondono ad altre sezioni, capaci di segnalare alcuni nodi cruciali dell’esperienza letteraria: il rapporto tra etica e poetica; la tensione tra oscurità e chiarezza, suono e voce; l’opera in rapporto allo scorrere del tempo. Quanto al primo punto, è centrale la riflessione intorno alla nozione di “poesia onesta”, resa celebre da Umberto Saba. Un terreno che l’autore sgombra da interpretazioni facili e corrive. Nella seconda sezione vogliamo segnalare un altro importante intervento: quello sulla nozione di “musicalità” in poesia. Infine, tra i saggi della terza parte, ce n’è uno, quello sul Parini di Giacomo Leopardi (l’”operetta morale” sul tema della gloria), in cui viene mostrata tutta l’attualità delle intuizioni del poeta di Recanati. C’è, nell’approccio di Umberto Fiori a questa multiforme materia, come un’allergia ai tecnicismi di certa teoria letteraria. Che evidentemente non viene ignorata o [...]