…la funzione del poeta è quella di interpretare il proprio tempo… in un periodo così chiuso creativamente, il poeta autentico riesce a vedere i germi del nuovo. In parte il poeta fa il mondo, aiuta gli altri a diventare persone, a prendere coscienza di se stessi… — Patrizia Cavalli

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Mariella Bettarini – Quaderni

Mariella Bettarini - Quaderni

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Fulvio Castellani intervista Mariella Bettarini

(di Fulvio Castellani su L’Aeropago Letterario, Giugno 2005) Cosa significa per lei occuparsi di letteratura e di poesia in modo particolare? Significa continuare a dar senso alla vita, alla mia vita. Personalmente non posso immaginare la mia vita senza la presenza della scrittura (con questo termine, in una sola parola, abbraccio tutta la scrittura: poesia, prosa creativa e critica, saggistica, traduzioni, e così via). Voglio, però, qui precisare che non ritengo la letteratura, la poesia, la scrittura un privilegio quanto un compito, un impegno, quasi un “servizio”: l’esatto contrario  dunque, del privilegio, della “torre d’avorio”, di un “ruolo” che dà molti diritti e pochi doveri. Il disagio, il dolore, la consapevolezza della dura condizione umana, non solo propria ma di tutti gli umani (anzi, di miliardi di persone che non hanno nulla, dinanzi a noi colti-scrittori-bianchi-occidentali che, al loro confronto, abbiamo davvero tutto) dovrebbero far avere allo scrittore un “di più” di partecipazione umana, e non – come purtroppo talora accade – un arrogante solipsismo.


In coro e fuori dal coro: Mariella Bettarini si racconta

. “Non scriverti tra i mondi, al margine della traccia di lacrime impara a vivere” Paul Celan “Imbrogliare le carte, far perdere la partita. È il compito del poeta? Lo scopo della sua vita?” Giorgio Caproni di Mariella Bettarini L’inizio della mia esperienza di scrittura (scrittura prevalentemente poetica, ma anche molta prosa, creativa e soprattutto critica, oltre ad alcune traduzioni, cura di riviste e di una piccola Editrice, Gazebo) risale a più di quattro decenni fa, ossia ai primissimi anni Sessanta. Da allora, da quei “fluviali” inizi (ricordo migliaia di simil-testi poetici, una sorta di disperato-mistico-necessitante “diario in versi” in pochi mesi) non ho più smesso, anche se da circa 10-15 anni – a dire il vero – sono soprattutto una scrittrice di “epistole”. La poesia, la scrittura sono dunque state (e sono tuttora) grandissima parte della mia vita, forse la più importante, anche se dire “la più importante” fa torto alla vita: senza vita non può esserci scrittura, ma nella mia esperienza personale una vita senza scrittura non potrei concepirla. La scrittura è stata un grande “dono”, legato però a seri problemi affettivo-familiari, a carenze ed assenze. Una scrittura che, poi, mi ha dato tutto: amicizie, amori, dunque ancora vita. Una scrittura alla quale – a mia volta – ho “consegnato” tutta me stessa. In questo quasi mezzo secolo di vita e di lavoro, oltre a scrivere, ho letto qualche migliaio di libri (non solo poesia, ma narrativa, filosofia, teologia, saggistica letteraria e socio-politica, arte, botanica, zoologia, ecc.). Ho lavorato (e gioito di questo); ho scritto e riscritto stesure su stesure, alla ricerca della massima possibile prossimità (impossibi­le) a quello che era il mio sentire e pensare, non riuscendo però mai a raggiungere una vera identità tra ciò che sentivo e pensavo e quello che scrivevo. Pensare, sentire: pròdromi e insieme fòmiti della scrittura. Più che parlare di “poesia”, infatti, preferisco parlare di “scrittura” tout court. La quale comprende anche la prosa, essendo io pervenuta alla totale consapevolezza di una indistinzione tra i due cosiddetti “generi”. Entrambi scrittura, ossia ricerca, rovello, passione, sperimentazione (non fine a se stessa) e [...]


L’Area di Broca: “Lavoro”

L'Area di Broca: "Lavoro"

Clicca sull’immagine per leggere la rivista su Issuu.     Di lavoro si vive, si muore… “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” Costituzione Italiana, art. 1 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini Il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” Costituzione Italiana, art. 4   …eppure la vita va in malora se non si lavora, se non si può lavorare, se non si riesce a trovare un lavoro, se lo si è perso e non lo si ritrova, se si è perso la vita per il lavoro (lavoro sporco, lavoro nero danno spesso conseguenze di morti bianche). Purtroppo possiamo continuare con altre definizioni legate al lavoro: lavoro a termine, lavoro a tempo parziale, lavoro somministrato (ex interinale), lavoro ripartito, Co.co.co (che vale come Contratto di collaborazione coordinata e continuativa), lavoro a chiamata, lavoro irregolare (detto comunemente lavoro nero), e si torna da capo…


L’Area di Broca: Una r/esistenza ostinata

[ Mariella Bettarini su "L'Area di Broca" per i lettori di Poesia 2.0. Buona lettura.] Dunque, trentasette. Senza alcuna retorica, da quel febbraio 1973 in cui – quasi per gioco – ideammo, varammo il primo piccolissimo “numero unico” di “Salvo imprevisti” quasi quattro decenni sono passati. Fondata nei combattivi, utopici primi anni Settanta da Silvia Batisti e dalla sottoscritta, prendendo poi il sottotitolo “quadrimestrale dì poesia e altro materiale di lotta”, autogestita, autofinanziata, interdisciplinare, caratterizzata da fascicoli sempre monografici, “Salvo imprevisti” dal 1973 al 1992 ha raccolto attorno a sé vivi interessi, accesi dibattiti e circa quattrocento collaboratori, in un iter di ricerca e di sperimentazione piutto­sto raro per vivacità e durata. La rivista ha dedicato alcuni fasci­coli a temi come “Donne e cultura”, “Cultura e Meridione”, “Partiti e Movimento”, Pasolini, “Poesia e inconscio”, “I bam­bini/la poesia, “Poesia e teatro”, “Poesia e follia”, “Dino Cam­pana oggi”, “Del tradurre”, ecc. Si tratta di una rivista ormai “stori­cizzata”, citata, tra l’altro, in volumi di autori come Pasolini, Fortini, Manacorda, Asor Rosa, Zagarrio, Marco Marchi,  Giorgio Spini, ecc. Nel 1993 il semestrale “L’area di Broca” nasce e s’innesta su questo fecondo “tronco” dì passione e ricerca: una rivista anco­ra rigorosamente autofinanziata, interdisciplinare, monografica, il cui titolo richiama la zona del cervello adibita alle funzioni del linguaggio. Un periodico “di letteratura e conoscenza” che di volta in volta coniuga testi creativi a testi scientifici, narrativa a filosofia, poesia a politica, con temi come “Cervello”, “Fotogra­fia”, “Acqua”, “Caos”, “Macchine”, “Suoni”, “Tempo”, “Scrit­tura e (è) potere(?)”, “Terra”, “Amicizia/cooperazione”, “Contro”, “Cinema/video/TV”, “Numeri, numeri…”, “Gli altri”, “Denaro”, “Help”, “Cibo”, “Lavoro” (mentre è in preparazione un fascicolo sul tema “Viaggi”).


Mariella Bettarini – Bibliografia

Poesia Il pudore e l’effondersi (Città di Vita, Firenze, 1966) Il leccio (I Centauri, Firenze, 1968) La rivoluzione copernicana (Trevi, Roma, 1970) Terra di tutti e altre poesie (Sciascia, Caltanissetta‑Roma, 1972) Dal vero (Sciascia, Caltanissetta‑Roma,1974) In bocca alla balena (Salvo imprevisti, Firenze, 1977) Diario fiorentino (Sciascia, Caltanissetta Roma, 1979) “Trittico per Pasolini”, in Almanacco dello Specchio n. 8 (Mondadori, Milano, 1979) Ossessi oggetti/spiritate materie (Quaderni di Barbablù, Siena, 1981) Il viaggio/il corpo (L’Arzanà, Torino, 1982) La nostra gioventù (Sciascia, 1982) Poesie vegetali (con fotografie di G. Maleti, Quaderni di Barbablù, Siena, 1982) Vegetali figure (Guida, Napoli, 1983) “Il gregge”, in AA. VV., Etrusca-mente (Gazebo, Firenze, 1984) “Trentadue in viaggio – romaniche”, in Il viaggio (in collaborazione con G. Maleti, Gazebo, Firenze, 1985) Tre lustri ed oltre (antologia poetica 1963-1981, Sciascia, 1986) Delle nuvole (con fotografie di G. Maleti, Gazebo, Firenze, 1991) Diciotto acrostici (Gazebo verde, Firenze, 1992) Familiari parvenze (enigmi?) (Quaderni della Valle, S. Marco in Lamis, 1993) Asimmetria (Gazebo, Firenze, 1994) “La disertata”, in AA.VV., Il fotografo (I quaderni di Gazebo, Firenze, 1994) Il silenzio scritto (con opere pittoriche di Kiki Franceschi, Gazebo, Firenze, 1995) Zia Vera – infanzia (Gazebo, Firenze, 1996) Case – luoghi – la parola (Fermenti Ed., Roma, 1998) Per mano d’un Guillotin qualunque (Ed. Orizzonti Meridionali, Cosenza, 1998) L’amoroso dissenso (con una tavola di Albino Palma, Luna e Gufo, Scandicci, 1998) Haiku di maggio (Gazebo verde, Firenze, 1999) Nursia (in collaborazione con G. Maleti, Gazebo, Firenze, 2000) La scelta – la sorte (Gazebo, Firenze, 2001) Trialogo – G. Maleti, G: S. Savino, M. Bettarini, (Gazebo, Firenze, 2006) Balestrucci (Gazebo, Firenze, 2006) A parole – in immagini (antologia poetica 1963-2007) (Gazebo, Firenze, 2008) Narrativa Storie d’Ortensia (Edizioni delle Donne, Roma, 1978) Psycographia (Gammalibri, Milano, 1982) Amorosa persona (Gazebo, Firenze, 1989) Lettera agli alberi (Lietocolle, Faloppio, 1997) “Caro Mistero”, in AA.VV., Lettera a un fagiano mai nato (Gazebonatura, Firenze, 1999) L’albero che faceva l’uva (Gazebo, Firenze, 2000) La testa invasa (Gazebo, Firenze 2003) Il libro degli avverbi (piccole storie per bambini) (Gazebo, Firenze 2005) Saggistica “I poeti sono uomini”, in Materiale per gli anni Ottanta, 1 vol. [...]


Mariella Bettarini – Scheda Autore

Mariella Bettarini nasce il 31 gennaio 1942 a Firenze, dove tutt’ora vive e lavora. Insegnante nelle scuole elementari per venticinque anni, dagli anni ’60 collabora a giornali e riviste con scritti di critica letteraria e sui rapporti tra cultura e società. Nel 1973 ha fondato (e da allora diretto) il quadrimestrale di poesia autogestito e autofinanziato Salvo impre­visti, dedicando i suoi numeri monografici a temi che collegano cultura, poesia e problemi sociali. Nel 1993 la rivista continua il suo lavoro con il nome de L’area di Broca, rimandando alla omonima parte dell’emisfero sinistro del cervello coinvolta nella elaborazione e comprensione del linguaggio. Dal 1984 cura, con Gabriella Maleti, le Edizioni Gazebo. Dal 1998 al 2000 ha curato per il mensile Poesia (Crocetti) una rassegna dal titolo “Donne e poesia”, in cui ha antologizzato il lavoro poetico di circa cento autrici italiane dal ’63 al ’99. Ha collaborato con svariate riviste, quotidiani e periodici, fra i quali Altri termini, Carte segrete, Effe, L‘Espresso, Bollettario, La Fiera Letteraria, Il manifesto, Nuovi Argomenti, Noi donne, Ombre rosse, Pianeta, Paese sera, Tempi moderni, L’Unità. E’ presente nelle principali antologie di poesia italiana contemporanea che ospitano autori della cosiddetta “quinta generazione”. Suoi testi sono stati tradotti in francese, inglese, spagnolo, neogreco, rumeno, russo.