Il poeta è un raccoglitore di perdite e assenze, di separazioni e addii. — Gabriella Sica

Ermini Flavio

Appunti: Il bozzolo del grande fiore [Flavio Ermini]

Appunti: Il bozzolo del grande fiore [Flavio Ermini]

Clicca sull’immagine per leggere, scaricare e stampare il volume su Issuu. 1. L’oggetto da decifrare La mia lingua si fa prossima al morfismo onirico, dove la corrente del razionale è spostata ai margini del campo emotivo. Qui le connessioni scalari sono quasi del tutto sciolte e danno modo alla materia di essere accolta dalla nominazione. Ogni mia parola è una goccia di china che cade in un’acqua purissima. E subito si torce. Scava tane scure. Libera la sua forza. È solare e lunare. E s’inabissa ancora e si perde. Una nuova goccia segue la prima. Altre sono disposte intorno. Ogni parola sembra farsi spazio nella compattezza dell’oggetto da decifrare. Deve incrinare l’unità del cristallo per potersi dare una natività. Latens non è soltanto ciò che tarda a manifestarsi. È anche ciò che vincola: l’allarme percettivo del contenuto preverbale, che fa segno alla lingua dall’interno di una lingua muta. Tutte le cose si tengono insieme, ma l’oscurità permane sul vincolo che le lega e impedisce loro di liberare il non detto. Conta il movimento della progressione più che la posizione raggiunta? il distendersi del tempo più che il suo contenuto? il volo dell’accensione più che la costrizione del senso?

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Ritratto di poeta come organismo animale primitivo

Clicca sull’immagine per leggere il volume su Issuu     RITRATTO DI POETA COME ORGANISMO ANIMALE PRIMITIVO Omaggio a James Joyce e a Dylan Thomas   La grande porta del possesso L’esteriorità diviene l’usurpatrice dell’interiorità, mentre l’apparente immediato ha ormai la meglio su quanto richiede tempo per manifestarsi: il transitorio vince sul persistente. In questo scenario, l’uomo è l’adoratore di cose che sono in continuo aumento. Il suo desiderio smisurato di possesso è portato in tutte le direzioni. La passione per la quantità restringe la possibilità di una scelta, e discernere diventa sempre più difficile. Il nostro tempo è fatto di continue prese sul circostante: allunga mani ovunque: tenta l’appropriazione, ne sente l’esigenza. Tutto entra per la grande porta del possesso, oltre la quale lo spazio è la vetrina dell’accostamento più disparato. Quanto allo spirito, l’uomo sa di progredire più nell’impoverimento che nella conquista.

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