Fu dove il ponte di legno n.4: PRIGIONIE (1) – Mandel’štam a Voronež

Cosa fa la parola quando lo spazio si restringe e si fa più angusto? Come tutte le manifestazioni vitali - e la parola è una delle manifestazioni più vitali dell’essere - si gonfia fino a scoppiare, è costretta a cambiare misura. Come ogni rivolo che, imprigionato, cerca una via di fuga o svapora per nessuna [...]
Fu dove il ponte di legno n.3: Giorgio Vigolo: Luoghi, memoria e smemoratezza

Si dice, per opinione storica condivisa: esistono delle affinità tra la Roma barocca e spettrale descritta da Giorgio Vigolo in “I fantasmi di pietra”, e le piazze metafisiche di De Chirico tutte costruite sull’assenza, su certe soluzioni sghembe dell’occhio, sulla scarnificazione della materia fino a ridurla a manichino, essenza dell’anima. Considerazioni scontate, certo, eppure avvalorate [...]
Fu dove il ponte di legno n.1: Introduzione e note intorno a tre luoghi della clausura
Esiste, può esistere una poesia senza sguardo? E lo sguardo evoca un luogo? E questo luogo si situa nello spazio visionario della parola, come altro dal materico? E’, il luogo della scrittura, spazio mentale di un già visto, di un già accaduto o piuttosto l’ossatura portante di una parola che rischia, o azzarda, il sentiero [...]
Fu dove il ponte di legno n.2: Spazio mentale e concretezza percettiva – Vittorio Sereni, Diario d’Algeria
Diario d’Algeria Vittorio Sereni 1998, pp. XV -46 Einaudi (collana Collezione di poesia) La prima riflessione che mi coglie, rileggendo il Diario d’Algeria, è il rapporto, strettissimo tra la parola e la sua urgenza, la sua necessità. Ci sarebbe da chiedersi quanti poeti, oggi, scrivano per necessità e quanta di questa urgenza abbia la forza [...]
Nov 24, 2010 | Categories: Fu dove il ponte di legno..., Rubriche, Ultimi articoli | Tags: commento, concretezza percettiva, critica, Diario d'Algeria, lettura, nota, Sebastiano Aglieco, spazio mentale, Vittorio Sereni | 1 Comment »