
Il dolore comincia quando scordiamo
la ferita. Il foro d’uscita del proiettile
non c’è. Quello d’entrata è
guarito e si è rimarginato.
Il dolore resta chiuso dentro.
Non puoi localizzarlo
in organi, tessuti e cellule.
Nulla lo testimonia.
Diffuso e inafferrabile,
assomiglia alla gioia. Il dolore,
amore mio, si muta quando è
grande in gioia che travolge.
Solo chi ha molto amato,
può nuovamente amare.
(da L’isola di Chios, 2002)
Ο πόνος αρχίζει όταν ξεχνάμε
την πληγή. Έξοδος του βλήματος
δεν υπάρχει. Η είσοδός του έχει
ιαθεί και κλείσει.
Ο πόνος είναι κατάκλειστος.
Δεν μπορείς να τον εντοπίσεις
σε όργανα, σε ιστούς και κύτταρα.
Τίποτα δεν τον μαρτυρεί.
Διάχυτος κι ασύλληπτος,
σαν τη χαρά φαντάζει. Ο πόνος,
αγάπη μου, γίνεται όταν είναι
μεγάλος, χαρά που συναρπάζει.
Μόνον όποιος αγάπησε πολύ,
μπορεί να αγαπήσει πάλι.
(από Νήσος Χίος, 2002) Dall’antologia Corpo a corpo, Multimedia Edizioni, collana “Poesie come Pane”, Salerno 2016. ( Il volume raccoglie poesie dalle raccolte: L’esperienza del respiro, 1986, 1990, 1997; L’isola di Chios, 2002, Preghiera per gli amici, 2007, Jorge, 2008, Monte Egaleo, 2009, Pasto dei poveri, 2010-2012, Inciampare nella gioia, 2012, Incipiente Alzhaimer, inedito, La giostra dei luoghi, 2014. Traduzioni di Andreas Andreu, Massimo Cazzulo, Massimiliano Damaggio, Mauro Giacchetti, Raffaella Marzano, Crescenzio Sangiglio, Antonietta Tiberia)
27 gennaio 2018
il giorno della memoria
ricordare per non dimenticare
l’orrenda nube dell’Olocausto
di quelle montagne grigie
di corpi ammassati
che ogni volta riproposti
davanti ai nostri occhi
pur assuefatti al peggio
ci turbano profondamente…
e non diverso è l’orrore
del terrorismo globale di oggi
che fa strage di corpi e di anime
e non risparmia nemmeno l’arte…
quanti crimini efferati
per un colore di pelle
per una idea di divinità
per un ruggito di possesso
e su tutto l’odioso disprezzo
per le anime d’ogni creatura…
caduti d’ogni razza di guerre inutili
rinfrescano la memoria
di chi già soffre dei suoi ricordi
e che oggi si chiede con rabbia ed angoscia
perché le vittime di ieri
diventano i carnefici di oggi?
ricordare per non dimenticare
ma già tutto è stato scordato
niente di niente l’uomo
sa imparare dal suo passato
se ancora l’odio e la diffidenza
lo allontanano dai suoi simili
se ancora al potere elegge
rappresentanti indegni e grotteschi…
se ancora oggi c’è chi non condanna
i terribili regimi dittatoriali
e se nuovi eletti da un popolo beota
ripropongono barriere, muri d’odio
per imbrigliare l’infinita migrazione
di chi fugge da orrori e miseria…
la memoria, ahimè
è solo un gadget povero
della sofferta civiltà moderna
opulenta di meschinità
e incapace di perfezione