TIGRE CONTRO GRAMMOFONO, SERIE 2: OZWITZ, 5.

icona TCG 2, 5Nella percezione di un’ampia fetta dell’opinione pubblica il galateo è assimilabile senza residui al bon ton promosso nel palinsesto televisivo pomeridiano. Definizione non falsa, questa, nella misura in cui, per esempio, l’ingegneria civile si può assimilare senza residui alla costruzione delle case delle bambole. Nell’incipit del Galateo, Giovanni Della Casa ha scritto che conciosia cosa che tu incominci pur ora quel viaggio del quale io ho la maggior parte, sì come tu vedi, fornito, cioè questa vita mortale; amandoti io assai, come io fo, ho proposto meco medesimo di venirti mostrando quando un luogo e quando un altro, dove io, come colui che gli ho sperimentati, temo che tu, caminando per essa, possi agevolmente o cadere o, comeché sia, errare: accioché  tu, ammaestrato da me, possi tenere la diritta via con salute dell’anima tua e con laude et onore della tua orrevole e nobile famiglia. […] E sì come gli uomini temono le fiere selvatiche e di alcuni piccioli animali, come le zanzare sono e le mosche, niuno timore hanno, e non di meno, per la continua noia che eglino ricevono dalloro, più spesso si rammaricano di questi che di quelli non fanno, così adiviene che il più delle persone odia altrettanto gli spiacevoli uomini et i rincrescevoli quanto i malvagi o più1. Non tutti sanno che la band inglese Joy Division venne accusata dalla stampa di essere filonazista, dal momento che nel romanzo di Ka-tzetnik 135633, intitolato La casa delle bambole, così veniva designato il gruppo di internate destinate al soddisfacimento dei piaceri sessuali delle guardie del campo. Appare verosimile ritenere che la stampa non abbia associato il ritrovamento del frontman Ian Curtis impiccato alla rastrelliera per i panni a quello dell’Iscariota in quanto ai tempi del primo spiacevole episodio le rastrelliere per i panni non erano ancora state brevettate. Denis Feeney ha scritto che il 7 ottobre del 1993, il «New York Times» ha descritto il cerimoniale Shinto nel corso del quale i sacerdoti demoliscono periodicamente il tempio della dea solare Amaterasu e quindi ricollocano la divinità, o per meglio dire il contenitore di un antico specchio in cui si dice si materializzi il suo spirito, in una nuova sede distante poche centinaia di metri. Si tratta di un rito di grande rilevanza e assai costoso (all’incirca 300 milioni di dollari), ma ciò nonostante il motivo resta oscuro ai partecipanti e persino ai sacerdoti2. Ennio Caretto ha scritto che la mattina del 13 gennaio del 1948, un gruppo di operai rinvenne in una strada di Minsk in Bielorussia il cadavere di Solomon Mikhoels, il celebre attore e direttore del Teatro Yiddish di Mosca, presidente del Comitato antifascista ebraico, pilastro della resistenza contro l’invasione tedesca nella seconda guerra mondiale, amico di Albert Einstein e del grande basso americano Paul Robeson. L’evento destò scalpore in tutto il mondo. Stalin ordinò accertamenti sulla causa della morte – un investimento stradale, fu il responso – ed esequie di Stato in onore del defunto. Ma documenti segreti declassificati di recente dal Cremlino dimostrano che Mikhoels fu assassinato dal Kgb, la polizia politica sovietica, su ordine del dittatore, e che il suo omicidio segnò l’inizio della persecuzione degli ebrei nell’Urss. Persecuzione che sfociò nella esecuzione dei loro più influenti intellettuali alla Lubianka, il famigerato penitenziario moscovita, il 12 agosto del ’52, “la notte della strage dei poeti”. […] Kruscev notò che [Stalin]  lo nascose negli scritti e nei discorsi, ma che nel ’39 assicurò a Von Ribbentrop, il ministro degli Esteri tedesco, che avrebbe rimosso tutti gli ebrei dai posti di comando. Il dittatore diede il via alle epurazioni e ai confini nel ’44, quando non ebbe più bisogno di loro, facendo anche arrestare il fidanzato della figlia3.


1             Giovanni Della Casa, Galateo, Einaudi, 2000, p. 5 e p. 7

2             Denis Feeney, Letteratura e Religione nell’Antica Roma, Salerno Editrice, 1999, p. 180

3             Ennio Caretto, Stalin, la notte di sangue degli ebrei, dal Corriere della Sera del 5 giugno 2001

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