Poesia Condivisa n.20: “Erranza e dintorni” di Flaviano Pisanelli

Pisanelli - copertina

Soglia

Nel limbo
una rondine perfetta
riflette a specchio
sottotetto

anche il cielo può mentire
al cenno
di sopravvivenza eterna

è ancora vita
che lieve infiocca
a neve sciolta
un ciclamino.

Acireale, 1998

 

*

 

Metamorfosi

Nel fumo si distende
a serpente il respiro.

Quando il verbo assottiglia la parola!

Il desiderio resta stretto in una mano
chiusa a trattenere il seme.

Tesse Penelope il suo velo
di macchie istoriate
e di non-passione.

Quando il mare è solo rame!

Nizza, 2001

 

*

 

Nel ventre del mare / Dans le ventre de la mer

Il mare lucido
e immobile
come la memoria

chaque jour s’achève
dans son commencement:
une ile surgit de la mer

 

*

 

Terra rosa d’Occidente
profilo d’acqua insonne
abitare una luce
che separa accogliendo

 

*

 

Respirer le flottement
des poumons de la terre
l’ascension d’une mouette
percée de lumière

 

*

 

S’apre la rosa del cielo
la spuma accoglie la sua ombra:
è questa l’ora del canto
del passaggio ineluttabile

lo sguardo fisso a nord-ovest
e il cuore custode
del sole d’Occidente
mentre il corpo si veste di luce
e di notte

 

*

 

Il vero tormento dell’uomo
è essere presente a tanta bellezza

 le véritable tourment de l’homme
est d’être présent à autant de beauté 

non mi resta che rimanere solo
nel tormento di queste acque
nella prigione lenta di questa luce

je n’ai qu’à rester seul
dans le tourment de ces eaux
dans la prison lente de cette lumière

Corsica/Corse 2004

 

*

 

Terra estranea

Snocciolare parole di muschio
sedimentate nell’umido
della nostalgia-mondo.

Pronunciare la traccia-pensiero
attanagliata negli occhi
pesanti di luce

uno smeraldo affilato
queste campagne.

Treno Avignone-Parigi, 2007

 

da Flaviano Pisanelli, Erranza e dintorni – Errance et alentours (1998-2009), Oxybia éditions, 2013

 

In Erranza e dintorni – Errance et alentours, Flaviano Pisanelli ci propone liriche che vanno dal 1998 al 2009, fedele a una concezione del fare poesia dettata da ritmi lenti e tempi giusti di maturazione. Pisanelli, infatti, è solito pubblicare una raccolta ogni sei o sette anni (Da ultimo: Parola, 1994; A peso d’aria, 2000; Perla e argilla, 2006 ) e, come per queste erranze, ama lavorare su componimenti brevi che diventano via via frammenti di vita, dal tono diaristico del viaggiatore che meticolosamente riporta luogo e anno. Riflessioni, resoconti, svelamenti improvvisi tenuti insieme da uno stile fermo e cristallino. Un voler imprimere tempo e luogo nel bisogno continuo di dare senso, costruire nessi, che rimane la ragione stessa della poesia; in un lessico dai richiami classici che traduce intimamente il presente e la quotidianità.

L’erranza del titolo è geografia dell’anima che abita un Mediterraneo che dalla Francia all’Africa abbraccia e ne fa mare anche i luoghi dal mare più lontani. Il mare fornisce le coordinate principali in un labirinto di suoni e legami, come un’infanzia di nonne e nenie di un sud e nord che s’incontrano, ma anche amori, passaggi obbligati, lingue e culture che si cercano. Un libro che non a caso nasce in due lingue: alle poesie scritte in italiano e in francese dall’autore, fanno da corrispettivo, in un nitido contrappunto, le traduzioni nelle due lingue curate da Pascal Gabellone, che ha seguito da vicino il percorso compositivo di Pisanelli, fungendo da prezioso alter ego.

Erranza che si fa destino dell’umanità. Definita in funzione di assenze, l’esilio come condizione naturale di ricerca del Sé nell’Altro. Il poeta si trova ad essere sulla soglia, attraversa frontiere; ma più che seguire una direzione – il “verso casa” che dà il titolo alla terza parte del lavoro – è il viaggio stesso che si fa meta. Come dice Laura Toppan nell’introduzione: “Il paesaggio marittimo”, che funge da “luogo privilegiato di ispirazione”, “opta per un’erranza e un vivere lungo distese d’acqua corrente o stagnante, calma o tempestosa, generatrice sempre di riflessioni sul senso del vivere e testimone di una dimensione essenziale in bilico, a margine, dove la ricerca di un punto di fuga non finisce mai, seppur attraverso uno sguardo sghembo”.

Dichiaro di voler leggere eventuali successive raccolte pubblicate dall’autore per seguirne la futura scrittura, riferendone in questa rubrica.

Abele Longo

Abele Longo
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5 Comments

  • Prima di tutto volevo ringraziare di cuore Abele Longo per il suo testo dedicato alla mia ultima raccolta bilingue ‘Erranza e dintorni’, e tutti coloro che lavorano a questo progetto di diffusione della poesia. Ringrazio anche Annamaria e Margherita per le loro note di lettura pubblicate su questo blog. Si tratta di una raccolta che si è costruita quasi ‘da sola’ come una sorta di ‘diario di viaggio’ che non ha solo una valenza geografica, cronologica o linguistica, ma che tiene soprattutto conto di ‘luoghi dell’anima’ attraversati da un mare che puo’ forse essere sinonimo del mistero entro cui ogni individuo costruisce la sua storia, il suo sentire, il suo pensiero sempre cangianti e provvisori. Resto a disposizione dei lettori che avranno voglia di dialogare con me attraverso la mia poesia……la poesia è per me soprattutto occasione di scambio.
    Flaviano Pisanelli

    • grazie, Flaviano e benvenuto in questa rubrica . ci farà molto piacere entrare più in profondità nel tuo laboratorio creativo, scambiando con i lettori. a presto,
      Annamaria ferramosca

  • leggendo mi viene incontro una poesia tersa, luminosa, che non nascondel’enigma(che pure si avverte) ma lo esalta, appunto rendendolo trasparente. Mi faccio inoltre dalla accurata nota di Abele, in particolare da “Il mare fornisce le coordinate principali in un labirinto di suoni e legami,”
    Grazie della proposta, felice come Annamaria del fatto che apra la rubrica al 2014.
    Spero anch’io in tanti lettori e partecipanti anche alla rubrica.
    ciao!

  • Pingback: Flaviano Pisanelli: Erranza e dintorni (Abele Longo) | Neobar
  • sono felice che questi testi di Flaviano Pisanelli aprano il 2014 della nostra rubrica con il loro respiro largo che sconfina nella parola bilingue, come un chiaro augurio per tutti, nel desiderio tangibile di incontro. la insistita presenza del mare-ponte fa di questa poesia un auspicio forte per il dialogo futuro.
    una scrittura che colpisce per gli scarti improvvisi e le visioni-correlazioni inaspettate “nelle ricerca costante di nessi “, come acutamente afferma Abele Longo nella sua presentazione. e i testi qui riportati sembrano tessere un filo che lentamente procede da scene con elementi naturali: la rondine la neve il ciciclamino, verso il paesaggio umano: la parola le passioni, per sconfinare infine sulla distesa del mare, con i suoi infiniti, cangianti e fin troppo evocativi aspetti. l’uso che il poeta infatti fa di espressioni ossimoriche, come quella ” luce che separa accogliendo” oppure quel “corpo che si veste di luce e di notte”, non è che lo specchio di una inesausta ricerca di incontro, nella consapevolezza della nostra fatale fragilità.
    mi affascina la capacità del poeta nel maneggiare l’enigma, come in Soglia e in Metamorfosi e sarebbe bello percorrere i versi con l’interpretazione incrociata di altri lettori, oltre che dello stesso autore. a lui chiediamo poi gentilmente di riportare la traduzione delle due strofe del terzo e quinto testo, per chi non conoscesse il francese. grazie, con un caro saluto a Luigi Bosco curatore di tutto il portale, ad Abele Longo e a tutti coloro che qui ci leggono
    Annamaria Ferramosca

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