Poesia 2.0

La mano ozia nel nido delle tue cosce,
è sera, e la sera rinnova la pioggia,
mai cessata di fremere.
— Alessandro Ricci

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Per una teoria degli anniversari fuori tempo – “Bisogna scrivere un romanzo” di Francesca Del Moro (“Gabbiani ipotetici”, Cicorivolta, 2013)

(É difficile contemplare un omaggio letterario a uno scrittore, nell’epoca di Facebook, che mischia compleanni e anniversari luttuosi con la stessa presunta, e tuttavia paurosa, innocenza. Leggendo e rileggendo “Gabbiani ipotetici” – Cicorivolta, 2013 – di Francesca Del Moro, tuttavia, questo tributo a Massimiliano Chiamenti, poeta, traduttore, performer, filologo e molto altro, emerge con dolorosa e lucida precisione, con corrispondenza letteraria d’intenti – senza imitazione, senza morbosità – in un giorno che non si rapporta ufficialmente alla biografia di M.C., contenuta tra la Firenze del 1967 e la Bologna del 2011. Se ne fornisce una piccola eco qui.)

Bisogna scrivere un romanzo

Massimiliano, scusa,
ma per un po’ mi verrà da imitarti,
mi dispiace ti conosco poco
e forse ti sto pure sui coglioni.

Però ho imitato, o meglio ci ho provato,
Sarah Kane Elfried Jelinek Thomas Bernhard
Ungaretti Anaïs Nin John Donne Baudelaire
Drago Jančar Samuel Beckett Pavese Dante Ezra Pound
e altri che non mi ricordo.

Quindi non ti incazzare.

Il tuo libro ce l’ho sotto mano
e anch’io come te non riesco
a trasformare le mie esternazioni
in 150 pagine di romanzo.

Bisogna scriverlo per forza,
altrimenti con la poesia
non ci si filerà nessuno.

Lo so che tu racconti
di droghe di cui non so i nomi
e di dark room sudate
e di sborrate gay a tutto spiano
e ogni tanto ci infili anche l’amore
e qualche domanda sublime
ma più che altro infili cazzi dappertutto.

Io tanti cazzi insieme
li ho presi una volta sola
e in un paio di occasioni
ho anche leccato un po’ di fighe,
ma droga niente e canne poche,
tossendo un po’ perché non fumo,
alcol invece molto di più
ma quasi sempre senza vomito.

Però per qualche ragione
mi trovo bene nel tuo mondo
e a mio modo
anch’io non ce la faccio e smanio,
mi sento esclusa, e vorrei tanto
trasformare in qualcosa
la mia vita smodata disperata
piena di cose da dire come la tua, ma non
in 150 pagine di romanzo.

massimiliano_chiamenti

Lorenzo Mari

Lorenzo Mari (Mantova, 1984) vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato le sillogi libere sequele (Gazebo, 2004), pellegrinaggio senza Endimione (Inventario Senese, 2007 – V premio Alessandro Tanzi) e Minuta di silenzio (L’Arcolaio, 2009). È presente nelle antologie Nella borsa del viandante, a cura di Chiara de Luca (Fara, 2009) e La generazione entrante. Poeti nati negli anni Ottanta, a cura di Matteo Fantuzzi (Ladolfi, 2011). Traduce narrativa e poesia dall’inglese e dallo spagnolo: la traduzione più recente, in ordine di tempo, è la plaquette poetica di David Eloy Rodríguez Il desiderio è un ospite (L’Arca Felice, 2012).

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