Poesia Condivisa n.18: “Nel senso del verso” di Valeria Serofilli

nel senso del verso

Resoconto

L’eredità non so, del mio rapporto
con la vita o meglio / il suo diporto
Ora / altro poco conta, caro
né più né meno di come ti ricordo

Col vivere si versa / al vivere un acconto
ma sempre infine ti si riversa il conto
in scomodo ritardo, prolisso contrattempo

Fili di carrucola dipanano, strane circostanze / meccanismi
ricordi a branchi / brancolano il buio
ed io qui in attesa di dire – cosa? –
Quello che è stato, o quel ch’essere poteva?

Qui con i miei fantasmi / (a) tracimare
sciogliendo il giusto, il vero dal superfluo
scandagliandone il ritmo ed il meandro
scindendo l’essere dal non / l’ora dal quando

Lo strano riversarsi / lo strasogno
tra annichilimento e resoconto / catarsi
a summa del percorso, quel tuo darsi – strano a dirsi –
in fogli sparsi / aspersi di consenso, di non detto
Discorsi – quanti, (ricordi?) – sui corsi e sui ricorsi

il pessimismo / bicchiere mezzo vuoto
l’ottimismo, se è bicchiere mezzo pieno
l’altra metà è fine del sentiero

Ed ora qui / a riflettere se è vero, se esista un senso al verso
del pensiero, o se tutto è già scritto, falso e vero
Se è nel libro che ti addossi contro / in quel palmo riverso
nascita e mescita, rimescolìo d’intenti / fraintendimenti
E noi assuefatti (ad) ossigeno e certezze, in bilico tra un sé stessi e il niente…
Ah! Se potessi / al vivere
non dover mai / dare
un resoconto!

*

Nel senso del verso

Ricordo cominciare un tempo alterno
e dal fulcro sgorgarne il riassumibile

scandivan le parole / il loro senso
ed ecco a questi loro sensi aprirsi:
io ore a rovistarne gli interstizi

Parole stese al sole / ad essiccare
magma di come, quando
magma di parole
per farne uscire il senso il verso il canto

Arresta il perfetto / l’ansia
di superamento / ma noi
la cui misura è l’imperfetto
la ricerca intraprendiamo di quel senso
per rivestire larve di non detto!

da  Nel senso del verso-Nuovo volume di Valeria Serofilli, Leonida Editrice, RC, 2009.

 (la seconda poesia già pubblicata in “Nel senso del verso”, con audio libro, Editrice E.T.S., Pisa, 2006)

Dei tanti scrittori di versi che affollano sia le pagine a stampa che quelle elettroniche, in una sinfonia vastissima e frastornante di voci, i versi di Valeria Serofilli ricordano il suono di un diapason che fissi la misura, il “senso del verso”, per l’appunto, ossia la sua ragion d’essere e, per così dire, la direzione del suo moto, ossia i punti cardinali verso cui risulti oggi possibile orientare la ricerca poetica.
Non saprei come definire i versi della Serofilli se non come una sorta di sensuale esuberanza verbale: sequenze allitteranti e paronomasie producono echi e risonanze interne che complicano ed arricchiscono i suoni fino a riprodurre sul piano della musicalità  l’intensità delle sensazioni descritte (“Col vivere si versa / al vivere un acconto/ ma sempre infine ti si riversa il conto/ in scomodo ritardo, prolisso contrattempo”; “quel tuo darsi – strano a dirsi – in fogli sparsi/ aspersi di consenso, di non detto. /Discorsi – quanti, (ricordi?) – sui corsi e sui ricorsi”, in Resoconto).
Significativa, infine, è la naturalezza con cui all’interno di questi accorgimenti tecnici viene accolta una sostanza umana viva e bruciante: Resoconto è il solitario colloquio con un maestro scomparso, ma è anche il dialogo, colto con straordinaria immediatezza, che ogni uomo ha con se stesso.

Dichiaro di voler leggere eventuali successive raccolte pubblicate dall’autrice per seguirne la futura scrittura, riferendone in questa rubrica.

Pisa, 28.02.2013

Maria Giovanna Missaggia

Annamaria Ferramosca
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27 Comments

  • Sillaba dopo sillaba, scorrono con la stessa fluida eleganza delle note s’un pentagramma, le parole poetiche di Valeria Serofilli. Tra assonanza, rima, allitterazione, esse si rimandano l’una all’altra nel ritmico incedere del verso, e, l’una dopo l’altra, vanno a comporsi in un costrutto denso, “magma di parole”, come scrive Serofilli (Nel senso del verso); è da questa materia, la materia verbale lungamente indagata (“io ore a rovistarne gli interstizi”), che Valeria trae “il senso il verso il canto”, ovvero tutto l’insieme di quell’articolata, ma limpida e musicale, geometria di elementi, che caratterizza da tempo la sua originale ricerca poetica. E’ in questa ricerca, è “nel senso del verso”, appunto, che Valeria Serofilli tenta di trovare, per se stessa come per il lettore, il senso vero dell’esistenza. E s’interroga l’autrice, cercando risposte, cercando di risolvere il dilemma che scaturisce duro dal “resoconto” intrapreso ripercorrendo la vita:
    “ed io qui in attesa di dire – cosa? –
    Quello che è stato, o quel ch’essere poteva?

    Qui con i miei fantasmi / (a) tracimare
    sciogliendo il giusto, il vero dal superfluo
    scandagliandone il ritmo ed il meandro
    scindendo l’essere dal non / l’ora dal quando”

    In quest’ amletica riflessione, torna Valeria sul “senso del verso”, assegnando a “verso” il significato di “direzione”, di possibile via intrapresa dal pensiero; pensiero oscillante tra libero arbitrio e destino, “in bilico tra un se stessi e il / niente…”; pensiero soffuso di quella malinconica consapevolezza che ogni resoconto solleva nell’animo.

  • la misura è l’imperfetto…con i suoi impantamenti e ripartenze,scatti di ritmi nascoste dissonanze travestite da divertissement…forse è proprio nel non dare quel resoconto chiesto che la parola prende il senso esatto per essere come nel caso di Valeria vera poesia…e, mi ripeto, il ritmo è la base di tutto già come sosteneva Eliot quasi un secolo fa….

  • Cara Valeria, nella poesia “Resoconto”, esprimi attraverso un alto livello culturale, riflessioni molto profonde che trovano “risposta” nella elevata spiritualità che emerge dai tuoi versi. Silvia P.

  • E’ una poetica colta che racchiude la vita universale in riflessioni, quasi al loro nascere, come in una conversazione tra amici legati dallo stesso “feeling”. Il pessimismo, al limite del dubbio, appare disincantato, nell’accettazione del mistero dei meccanismi che governano l’esistenza. E’ evidente una dimestichezza espressiva di significati e suoni mirati che, ripercuotendosi nella mente, creano echi che accentuano la compartecipazione del lettore allo spirito della Poetessa.

  • Ah! Se potessi / al vivere
    non dover mai / dare
    un resoconto!
    Credo che questi versi ci forniscano la chiave per interpretare l’accurato lavoro di ricerca di Valeria, cosciente che, per quanto si protenda a costruire una poetica partendo dallo studio dei classici ed addentrandosi in tutte le formule della modernita’, l’evoluzione della letteratura passa attraverso una vena artistica ispirata e conclamata. E quale artista vive nella certezza che la propria arte percorra il giusto cammino? Nella certezza di non dover mai tirare somme deludenti del proprio lavoro? Ma la poetica di Valeria e’ sicuramente frutto di profondi studi, uso misurato e cauto delle esperienze novecentesche e originalita’ interpretativa. Io la ritengo un’autrice interessante, sicuramente da approfondire, che al vivere dara’ senz’altro un positivo resoconto.

  • Quale assidua frequentatrice
    degli Incontri sia al Caffè dell’Ussero che alla Villa di Corliano organizzati
    da Valeria conosco e apprezzo le liriche
    di Valeria Serofilli,i suoi intrecci di sensi e significanti, il ritmo
    fonoprosodico della sua melodia, il suo magico incanto. In particolare apprezzo
    le poesie in cui Valeria coniuga l’armonia delle forme con un afflato lirico naturale riesce veramente a mostrarsi nuda
    con la sua anima, meno algida, più donna…

    da Amalgama

    “sono l’impasto/ da gustare
    piano

    pagina a pagina, riga inchiostro
    pelle

    carta di guscio che t’incanta
    molle

    lievito amalgama/ caricato a
    molla

    Adombra il rischio di pensieri
    imberbi

    Trapianto bulbo che ti accresca,
    se mi sfogli

    mano tesa e cogli /acini essenza

    pane seme mosto

    Il più ambito frutto in
    quest’inchiostro

  • Ciao. Prima di tutto, il ritmo. Rileggendo questi versi di Valeria Serofilli, specie nella prima lirica, mi accompagna la sensazione del minuetto, a rivelarne la solida e insieme leggera classicità. Inoltre, riguardo al contenuto, uno dei temi fondanti, forse IL tema fondante della poesia: il dialogo con la vita il volerne, tramite la parola, fermarne, riassumere (visto che si parla di conti) il senso. Anche qui con leggerezza, con un’ironia pacata come è dei versi di Valeria,sempre gentile, di buone maniere, maniere classiche acquistate dalla parola “toscana”, intrise in automatico da anni di Bellezza, vista, respirata, studiata.
    Maria Zimotti

  • In queste poesie così strutturalmente limpide e armoniose e così ben scandagliate da Maria Giovanna Missaggia, anche la parola fa i conti con se stessa. Rifuggendo un astruso linguaggio che oggi sembra far testo nella ricerca poetica e che si
    erge spesso a unica possibile via da percorrere rinnegando la chiarezza e il
    senso semplice (e bello) della parola, Valeria ci restituisce con i suoi versi
    un territorio poetico gloriosamente appartenuto ai nostri grandi. Filtrata
    dalla sua umana esperienza e sensibilità, la sua parola “arriva” chiara,
    forte, calda, vibrante, riconciliante.

    Un caro saluto a
    Valeria e a Annamaria e al loro instancabile, poetico impegno.

    • grazie, Annalisa , per il tuo sostegno entusiasta a questa poesia, in cui crediamo, come crediamo alle categorie di semplicità e chiarezza, quando la scrittura veicola anche grande sensibilità e cultura e è capace di dire e incidere. Grazie anche a tutti coloro che hanno lasciato parole di apprezzamento e che spero dilatino la necessità di leggere questo libro.

  • Nel
    senso del Verso: non mancherò di leggerlo.

    Valeria Serofilli ci indica lucidamente l’orientamento della sua ricerca poetica:
    dire quello che è stato e quello che poteva essere…. in bilico tra un sé stessi e il niente…(Resoconto);e Nel senso del verso, poesia eponima, afferma di ricorrere
    al magma di parole per farne uscire il senso il verso il canto….per rivestire larve di non detto!
    Personalmente rilevo in queste due opere la coraggiosa caparbietà della poetessa nel proporre e difendere la concezione di una poesia dove forte è il connubio tra astratto e reale, abbandono e lucidità razionale. Poesia intesa nelle sue espressioni migliori. Evidenti sono i legami con la tradizione classica, in alcuni versi più velati, in altri nascosti e segreti, tenendo sempre viva la consapevolezza del proprio tempo e, mi sento di aggiungere, del proprio, indiscusso, valore letterario.

    Ubaldo de Robertis

  • eh sì, la vita è un resoconto, illusione e disillusione in cui poi, nel tempo, ci si chiede persino ma io cosa c’entravo con quella persona? Perché …. la vita è un acconto che versiamo, ma il saldo non arriva, tarda, svanisce la capitalizzazione e ti trovi a pagare gli interessi del tempo andato, un tempo che diviene inutile se privo di eredità, se a senso unico … eppure la vita va vissuta, l’amore preservato … ma per chi, per come e cosa è il disorientamento che prende tuttavia il sopravvento e il resoconto è fede di confusa fede che va avanti ….

  • Entrambi sono poesie che risuonano come echi dal salotto letterario dell’Ussero in Pisa dove le ho ascoltate per la prima volta. Musicali, intensi e ritmici versi che prendono corpo in modo vivace. Apprezzati ogni volta sono per me rappresentativi della personalità della poetessa, Valeria Serofilli, che stimo molto per la sua oculatezza e mirabile maestria nel portare alla luce autori di autentico spessore poetico-letterario. Colgo l’occasione per ringraziarLa per aver avuto soprattutto l’opportunità di apprezzare i suoi versi che meritano di buon grado ampia diffusione, Maria D’Ippolito ( in arte Iris).

  • Le liriche di Valeria Serofilli rappresentano l’innovazione massima nella poesia perché
    mescolano le chimere con la vita reale regalando incessanti emozioni correlate al profondo senso dell’esistenza. “Resoconto” e “Nel senso del verso” restituiscono appieno una geniale maturità e una rara sensibilità dell’autrice/artista riversate in un mondo poetico parallelo a quello reale dove spiccano sinceri rapporti umani e un grande rispetto verso la natura. I due versi in questione restituiscono un intrecciato concetto cronologico che tutti dovrebbero individuare quale opportunità per l’anima, infatti, “Resoconto” allude all’inesorabilità del tempo e “Nel senso del verso” al modo migliore per trascorrerlo ed ecco perché la Serofilli rappresenta, a mio parere, l’apice della poesia contemporanea: lei cura la vita con l’istinto poetico e letterario.

  • Conosco la poesia di Valeria da molti anni. Non mi stanchero’ mai di leggerla in pubblico. Il motivo è semplice : la porto addosso come una seconda pelle. Davvero straordinaria. ..acquistando il libro si allargano i propri orizzonti a dismisura….

  • grazie a Valeria anche per la sua vigile presenza qui. e grazie ai lettori per il loro passaggio e pensiero. Diffondete questa rubrica, essa vive della partecipazione dei lettori, che possono presentare i loro poeti preferiti per dilatarne la conoscenza.

  • Ringrazio Massimiliano Antonucci, Raffaele Piazza,Stefano Massetani nonché la cara Annamaria Ferramosca per il gradito commento e ancora complimenti a questa iniziativa editoriale a cui ho aderito con piacere e che sostengo fortemente.Grazie.

  • nei suoi versi Valeria vive il sogno di una bambina e la realtà poetica che é in grado di produrre risulta spontanea e al tempo stesso naturalmente sensuale. vedo in questo equilibrato erotismo lirico la volontà di una ricerca poetica finalizzata a distogliere lo sguardo dal non sense che abita il reale, tramite il gioco lessicale, al fine di portare valore dove non c’è valore.
    questa ricerca continua del verso ritmico mi risulta una difesa, l’ argine che regge l’ attimo prima dell’ esplodere delle ombre annidate dietro la apparente tranquillità dorata della sua femminile ma estenuante ricerca di senso.

  • Belle e alte le due poesie “Resoconto” e “Il senso del verso”. Elemento comune ad entrambe la presenza del segno / ad indicare efficacemente la sospensione, una pausa in senso musicale. Nella prima, con una scrittura originalissima con rime e assonanze, la poeta tende a “a fare un vago inventario della sua vita”, non senza ironia. Molte riflessioni esistenziali e versi lunghi ben controllati.C’è un tu al quale la poeta si rivolge. Scrittura ricca di accensioni e spegnimenti, più composita di quellla delle opere precedenti dell’autrice. In “Nel senso del verso”, con un andamento vagamente classicistico, l’autrice affronta il tema del tempo nel distico dell’incipit. Come dal titolo si cerca il senso della vita attraverso la scrittura stessa. Poesia nella poesia in un gioco affascinante del riflettersi delle parole quasi come specchi. La ricerca del senso.Dizione veramente originale leggera, icastica e scattante
    Raffaele Piazza

  • Sono belli e incoraggianti questi riscontri, Valeria. E restituiscono a noi della redazione il conforto per la scelta sempre dura e difficile, tra i concorrenti di ogni bimestre. Invitiamo dunque i commentatori, come sempre, a dichiarare anche il proprio impegno, se non l’avessero già fatto, ad acquistare e leggere l’intero libro e a riferirne qui, se credono. Questo è infatti lo scopo di Poesia Condivisa: valorizzazione di scritture poetiche edite e loro dilatazione soprattutto da parte non di addetti ai lavori, ma di semplici lettori, che vorremmo agganciare alla fruizione di poesia valida, Poesia che muove e nutre. Come ci è parsa questa di Valeria Serofilli.

  • Una poesia musicale e colta, quella di Valeria Serofilli,che incanta il lettore in trame dal sapore antico.
    Una poesia comprensibile a tutti, che invoglia alla lettura anche coloro che normalmente evitano questo genere letterario.

  • Ringrazio la cara Sonia, mia compagna d’Università e insegnante, nonché il collega Marco Righetti il cui commento criticao si pone a ulteriore conferma, se mai ve ne fosse bisogno, del mestiere di scrittore a lui proprio.

  • La raccolta di Valeria Serofilli è la testimonianza di come, in caso di vera poesia, il contenuto testuale prenda la mano al poeta e migri verso la ricerca prosodica, il tentativo di riorganizzare la materia stessa che dà luogo ai versi. Il luogo originario della poesia diventa allora fatalmente ambiente ideale per rime, anche interne, paronomasie, assonanze. E la poeta non può uscirne indenne, ma casomai più consapevole, più vicina al nucleo generatore di interrogativi che non possono avere risposta, ma unicamente un loro nitido esistere, un dare senso essi stessi al verso. La ricerca stilistica incide allora quella esistenziale e le dà cura, spessore, bellezza.

    Nuove congratulazioni a Valeria! Mi unisco anch’io al plauso per l’ebook

  • Splendida iniziativa…continua con l’entusiasmo e la passione di sempre. Curi ogni dettaglio, ricami con fili dorati e non lasci nulla al caso. L’amore e la poesia ti possiedono…

  • Ringrazio Antonio Fiori e Ivano Mugnaini per il gradito commento, nonostante il periodo estivo abbia ad oggi rallentato la diffusione della notizia di questo progetto editoriale relativo alla mia poesia. Di nuovo un caro saluto ed un sentito grazie ad Annamaria Ferramosca e all’intera Redazione de La Recerche.
    Valeria Serofilli
    http://www.valeriaserofilli.it

  • Prosegue l’ottimo lavoro di Annamaria Ferramosca e di Poesia Condivisa con questo nuovo libro di versi diffuso in rete grazie a La Recherche. Cedo il testimone a Valeria Serofilli, commentata da Maria Giovanna Missaggia con la competenza e la passione che sa perfettamente miscelare invitando i lettori alla scoperta del testo. Un grande in bocca al lupo per questo progetto editoriale e per questo e-book.

    Ivano Mugnaini

  • Incalzante, interrogante, intelligente. Due poesie che dicono cosa sia, cosa non può non essere, la poesia: un resoconto continuo, una resa dei conti continua (con la vita, la ricerca di verità, le attese, le speranze, le persone amate e incontrate, maanche con lo stile e la responsabilità della scrittura). Un resoconto cui non ci si può sottrarre: l’alternativa è il silenzio, che è liberazione dalla fatica del verso e della ricerca, ma è anche pena e condanna, che non meglio si sopporterebbero. E Valeria Serofilli questo lo sa e ben lo dice in poesia. Un plauso sincero.
    Antonio Fiori

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