Domenico Cara: “La comunicazione emotiva”

di Maurizio Grande

Comunicazione emotivaIn questo ricco volume di 300 pagine curato (oserei dire “accurato”) da Domenico Cara, si propone una rassegna dell’arte figurativa oggi (intendendo per oggi la matrice poetica dei “movimenti” più fondanti dell’inizio del’900 con le loro propagini filiformi e le loro “sostituzioni” estetiche dei giorni nostri). La rassegna è orientata sul rinvenimento di una “categoria” epistemologica, la quale viene individuata nella lettura dell’esperienza artistica contemporanea nella chiave “probabile” di una  comunicazione emotiva, realizzata nelle fantasie degli spazi, delle cromie e dei segni delle opere pittoriche. Proprio per questo Domenico Cara rifiuta l’uso dell’etichetta “antologia” da applicare al suo lavoro di ricerca e di documento “delle espressioni più sensibili e autonome dell’arte d’oggi” (p. I, Premessa), e preferisce ( se pur ve ne deve essere una “unificante”) quella di “prospetti d’arte contemporanea”, che rende più giustizia all’indagine documentaria  e illustrativa condotta nel panorama dell’espressione pittorica contemporanea a tutti i livelli (dall’informale al surrealismo, dal new dadaismo alla mec – art), senza lasciarsi condizionare da giudizi valutativi (in senso critico e commerciale), e tantomeno dalle suggestioni delle mode che si avvicendano instancabilmente, dettando la “direzione estetica” da seguire a ricercatori e produttori.

La comunicazione emotiva offre dunque una mappa sufficiente per orientarsi  nelle testimonianze poetiche della produzione pittorica oggi, senza cristallizzazioni estetiche determinanti e senza prese di posizione “escludenti o includenti”, in nome di un fantomatico “gusto” critico, o di evanescenti esigenze “culturali”, limitandosi nel saggio introduttivo (che porta la firma dello stesso curatore della rassegna, Domenico Cara), a tentare una definizione di “comunicazione emotiva” ricavabile dalle intenzioni (o dalle non – intenzioni) contenute nelle opere degli autori presenti in rassegna.

La giustificazione del saggio introduttivo non risiede soltanto nell’esigenza della ricerca di una categoria estetica che unifichi le varie “poetiche” contemporanee sotto il nome appunto di “comunicazione emotiva”, bensì nel rapporto, stretto  e illuminante, tra codesta “categoria” e il senso tutto della vita e delle angosce dell’uomo contemporaneo. Si assiste evidentemente ad un ricambio strutturale e mitopoietico tra le condizioni oggettive della società e le condizioni “soggettive” dell’artista che in essa opera e in essa trae i valori di spazi e di cromie per esprimerla, o per  fuggirne, elaborando mondi diversi dove riposare la fantasia propriamente artistica e il senso pressante del bisogno ad esprimersi.

Al saggio introduttivo (ricco di coerenti puntualizzazioni storiche e stringenti riferimenti estetici a tutta la “cultura” figurativa del ‘900, giustificati dall’esigenza di dare una chiara trama di rapporti intrinseci tra “correnti” storico – estetiche e “comunicazione” artistica), fa seguire un ricco questionario di domande e risposte che vede impegnati critici e artisti nella  verifica della “comunicazione emotiva” nella pittura contemporanea, in rapporto alle estetiche del’900, all’esperienza di tutte le nuove sintesi visuali (dall’op–art, alla “sintassi spettacolare dell’oggetto”), e insomma in rapporto a tutta la grammatica espressiva della figurazione del nostro secolo.

Infine seguono 250 pagine di “documenti”: illustrazioni a colori e in bianco enero che si avvalgono di un’ottima riproduzione fotografica delle opere trascelte con dosatezza e “rappresentatività” dei vari autori in “prospettiva”. Si va dai nomi più “altisonanti” della cultura pittorica europea, i “classici” insomma, già canonizzati ma in un certo senso ringiovaniti e “attualizzati” da questa ricerca attualissima unificata da questo senso pieno di “comunicazione emotiva” (e qui non voglio fare i nomi, ché sarebbe cosa troppo facile e reclamistica, fuor di luogo per un libro serio, e ché, oltretutto, sarebbe un ingiusto fraintendere l’operato del curatore che ha voluto dare questo “prospetto” dell’arte contemporanea senza indulgere a “facilismi” di ricerca e di studio); a nomi non “divulgati”, a livello commerciale e di faciloneria critica, ma vivi e operanti nel contesto della pittura contemporanea, documento insostituibile della ricerca del nuovo linguaggio pittorico e delle nuove scelte estetiche ed etiche. In sostanza (per concludere questa rapida e sommaria “insufficiente” presentazione) un libro utile allo studioso di problemi estetici e al critico d’arte; ma soprattutto valido a rappresentare un approccio doveroso del profano e dell’appassionato ai problemi e alle forme delle esperienze pittoriche che contrassegnano una vasta area espressiva (“artistica”) del nostro secolo.

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