Vicolo Cieco n.29: Canto di Natale

mi piacerebbe ricordarmi dove ero nella citazione delle cinque della sera
un sistema grafico usurato ci toglie il respiro, ci fa credere che il male sia passato
una scrittura è un sistema di rivolta il resto sono palle di messaggi indecifrabili.
La gamba destra mi respira ho scarpe notevoli per tutte le distanze
la letteratura mondo dovrebbe espatriare come la fazio-mania
la benignocrazia e il savianesimo infangante.
Non voglio mimare niente voglio solo riprodurmi nella pagina
se le nostre parole non colmano più il vuoto che le profezie facciano il loro corso insieme alla natura
tanto qualcuno prima o poi ci prende le misure.
Il poeta servo appaga un bisogno puramente sensuale mescola con la patina il margine del foglio
noi siamo solo travestiti odiamo qualcosa, ma siamo incapaci di odiare più forte.
Dubitate, ma restate seduti, calate dall’alto tutti i sogni rimasti
mi aspettavo qualcosa che somigliasse a un dissenso mi avete rotto le palle con la ricognizione del disprezzo
e adesso trasformiamoci, ma con totale noncuranza, tanto il canone se non lo toglie Silvio lo cancella chi non studia
Dammi un consiglio per rimanere vivo, per registrare il mio motore, io scrivo sempre dalla parte sbagliata
con tutte ‘ste pupille che han visto un Dio che cade, con tutto ‘sto presente così pieno di figure
Che le parole non mi si spezzino nelle mani diceva Fortini, e forse ti basterebbe questo per provare a entrare
ma se lo fai cammina, un piede avanti all’altro in completa distensione
tra i propositi dell’anno metti un po’ di pepe al sonno che con quello al culo ci abbiam già provato quasi tutti
magari ti si infiammano i sogni e passeremo bruciando
amore mio grandissimo spero solo di amarti leggermente con tutte le mie concentrazioni di penna e di pancia
il meglio deve ancora venire che non si sa se l’ha detto prima Obama o Ligabue ma in fondo conta poco
felice 2013

Alessandro Assiri
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