Lo stile è giudizio, lo stile è pensiero 6 – Quello che si può dire in poesia (Parte VI)

 

E’ quasi un tormentone, almeno dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento, questo della relazione tra la prosa e la poesia, a partire daiPoemetti in prosa di Baudelaire, alle speculazioni dei Vociani, ai tentativi dei Vociani. Quello della prosa era uno spazio inedito per una versificazione costretta e codificata come quella ottocentesca, soprattutto l’apertura verso la distensione della prosa … Ma cos’è che distingue la prosa dalla poesia? Dovrebbe semplicemente essere l’insistenza micro-linguistica che talvolta nella prosa c’è a dichiararlo: quando la prosa insiste sul livello dell’unità minimale, quindi micro-lingustico, la percezione che si ha è che non si tratti più di prosa ma di poesia. Perché? Perché intervengono gli elementi tradizionali della poesia e cioè l’incidenza del ritmo e del suono sull’immagine e quindi sul senso. Ma ‘prosa’ è un concetto molto più vasto di quello di ‘narrativa’, così come quello di poesia è un concetto molto più vasto rispetto a quello di codificazione metrica … Di conseguenza non ci sarebbe da speculare molto, oltre, ormai nel Duemila su queste cose … Da riflettere invece è sull’incidenza che la rete e il suo flusso di informazioni hanno sulla percezione delle diverse testualità. Oggi non si ha più la percezione unica del testo legato al libro, legato ad un inizio e ad una fine che è poi la definizione di testo come qualcosa che inizia e finisce (le pagine del libro)… Il libro supporta un flusso immobile, per così dire, di linguaggio che si può percorrere dall’inizio alla fine ma anche fermarsi e tornare indietro. A ciò si contrappone la percezione della rete come un flusso continuo che si può leggere in maniera quasi casuale: il montaggio lo fa direttamente chi naviga. Tutto questo sottrae autorità alla testualità intesa come definizione autoriale iniziale. Il passaggio alla percezione della prosa e della poesia sicuramente viene investito da questa trasformazione della percezione. La testualità è talmente indebolita una volta che viene sganciata dal supporto del libro che può assumere forme disparate … Si pensi ad esempio alla testualità che passa attraverso i messaggini o sms … su cui qualcuno ha fatto degli esperimenti poetici … I risultati poi ovviamente non dipendono dagli esperimenti ma dal senso dell’operazione, in fondo dal fatto che ci sia qualcosa da dire … Resta sempre il problema della necessità di configurare un senso attraverso l’esplorazione formale, se questo non c’è l’operazione è praticamente nulla sia in un ambito di testualità tradizionale, sia in un ambito di testualità ‘liquida’, come si direbbe oggi, in cui ci si trova a vivere e a navigare …

Biagio Cepollaro
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