Quello che si può dire in poesia. Parte II
Ciò che si può dire in poesia si può solo dire in poesia vale anche per la dimensione sonora del testo: noi non possiamo scindere la parola dal suono nella poesia, per la verità non possiamo scindere la parola dall’immagine e dal suono perché la poesia è la sintesi di parola, immagine e suono, parola intesa come senso: senso, immagine e suonoe vi è una specificità della poesia riguardo al suono per cui la poesia non può essere mutilata, non possiamo considerarla stampata e silenziosamente stampata, dobbiamo dare voce al suo suono dobbiamo dare il volume sonoro di ciò che è tridimensionale perché la poesia è come una scultura sonora.
Nello stesso tempo la poesia letta ad alta voce, detta, non è teatro perché il teatro è un’altra cosa, è un’altra specificità.
Di conseguenza tutti gli effetti e gli effettacci del teatro, del cabaret possono talvolta interessare la poesia in alcuni momenti della sua storia, ad esempio i futuristi erano molto interessati o i dadaisti, al cabaret e ad alcune dimensioni spettacolari della poesia ma questo aveva un senso per il carattere provocatorio di queste prime avanguardie …
Ma la natura della poesia, la sua essenza, non ha a che fare con la spettacolarizzazione, non ha a che fare con l’aggiunta dell’effetto teatrale perché la poesia non è teatro e infatti quando si ascoltano degli attori leggere delle poesie ci si accorge che c’è un enfasi che è esagerata rispetto alla potenza di suono e di senso che la poesia ha già in se incorporata, cioè il testo è un potenziale già autosufficiente di espressione sonora.
Di conseguenza quando gli attori recitano le poesie aggiungono qualcosa di cui non c’è bisogno e di qui nasce l’enfasi. La stessa cosa è la trasformazione della poesia in cabaret che sposta la questione verso la performance, la performance è un’arte e una disciplina specifica quindi la poesia non può fingere di essere una performance perche la poesia è un’arte diversa da quella della performance e quando alcuni poeti, inconsapevoli di ciò, provano ad essere performativi fanno torto alla specificità delle due arti ottenendo risultati francamente deludenti.
Lo stile è giudizio, lo stile è pensiero
una videorubrica di Biagio Cepollaro
riprese di: Teresa Marino
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