0,60 a cartella, la Bandella della Magliana, la Cassa della Letteratura: ovvero tre discussioni pubbliche a Libri Come

 

da minima&moralia

Il prossimo weekend a Roma si svolgerà il festival letterario, e culturale sì, Libri Come (per chi vuole sapere cosa accadrà, per esempio può vedere qui o qui). Qualche tempo fa, in vista dell’evento, molte persone che avrebbero partecipato al festival hanno chiesto all’organizzazione di poter avere a disposizione un momento di riflessione, di confronto assembleare sulla cultura e tutto quello che questo significa in Italia.
È abbastanza innegabile che in quest’ultimo anno artisti, registi, scrittori, editori, redattori, giornalisti, attori, lavoratori della conoscenza in genere, si siano interrogati non soltanto sul merito della loro produzione, ma anche sul metodo – o per dirla con categorie mai passé, sulla struttura e non solo sulla sovrastruttura. Ossia, per fare esempi semplicissimi: non soltanto su come costruire la trama del prossimo romanzo, ma anche su cosa vuol dire pubblicare un libro in un’industria editoriale che si sta trasformando; non soltanto come faccio a rendere lo slang del prossimo libro che devo tradurre, ma come faccio a garantirmi un reddito decente per il mio lavoro; non soltanto che senso ha mettere in scena Pirandello oggi, ma come funziona la gestione dei teatri nel posto in cui vivo; e mille eccetera.
Questa rinnovata coscienza politica diffusa ha prodotto molta intelligenza e molta franchezza. A partire da quest’intelligenza e da questa franchezza, si è pensato di fare tre assemblee negli spazi dell’Auditorium, cercando di spingere la discussioni su tre assi, che ovviamente poi si intrecceranno e si rincorreranno tra loro: quello della politica culturale, quello dell’industria culturale, quello del lavoro culturale. Cassa della Letteratura, Bandella della Magliana, 0,60 a cartella, in apertis verbis.

Si è pensato, per rendere più proficua possibile ma anche più aperta la discussione, di individuare dei tag che la potessero orientare e degli interlocutori con cui fosse interessante confrontarsi.

Il giorno 9, alle ore 21, i tag potrebbero essere: politiche culturali, spazi pubblici, sovrintendenze, la gestione dei servizi integrati, Doppiozero a Milano, partecipazione, gestione condivisa, diffusione, questione dei festival, il sistema delle Case, Zetema, il Centro per il Libro e la Lettura, ingerenza della politica…

Il giorno 10, alle ore 20, i tag potrebbero essere: industria culturale, nuova editoria, e-book, selfpublishing, fund-raising per la cultura, concentrazioni, come affrontare la crisi?, produzioni dal basso…

Il giorno 11, alle ore 20, i tag potrebbero essere: lavoro culturale, diritti, nuovo mutualismo, sindacati, continuità di reddito, equità…

Tra le persone che per adesso sono state invitate personalmente a partecipare ci sono queste: Veronica Cruciani (regista che ha lavorato con il quartiere al Teatro Quarticciolo per quattro anni), Emilia Zazza (scrittrice, operatrice culturale a vari livelli, Tq sugli spazi pubblici), Christian Raimo (scrittore, giornalista, su biblioteche, Cepell, Zetema), Michele Dantini (storico dell’arte, il ruolo delle humanities nelle politiche culturali), Stefano Chiodi (storico dell’arte, sulle battaglie di Doppiozero a Milano), Andrea Libero Carbone (editore, su quello che succede a Palermo), Paola Soriga (scrittrice, operatrice culturale, sull’esperienza del Festival di Seneghe), Tomaso Montanari in video (storico dell’arte, su “A cosa serve Michelangelo?” e dintorni), 404Filenotfound (collettivo-rivista, su come è stata distrutta l’Università di Siena), Emiliano Sbaraglia (autore di vari libri sulla scuola, sul progetto di web-radio nelle scuole coordinato da Save the children), Benedetta Cappon (ufficio stampa teatrale, sul Teatro Valle), Gino Roncaglia (autore della “Quarta rivoluzione”), Vincenzo Ostuni (editore, sulla questione dell’industria dei libri e della qualità letteraria), Antonella Agnoli (consulente per le biblioteche, autrice di “Le piazze del sapere”), Giovanni Solimine (coordinatore del Forum del Libro), eFFe (coordinatore della rivista on-line Finzioni, su self-publishing e editoria in rete), Francesco Longo (scrittore, giornalista culturale su come sta cambiando il rapporto col libro), Vanni Santoni (scrittore, sui progetti di scrittura collettiva), Andrea Baranes (economista, sul perché con la cultura si mangia), Giorgio Vasta (scrittore, sull’autorevolezza e la qualità del lavoro editoriale), Luisa Capelli (docente di editoria e comunicazione a Torvergata, ex-direttrice della casa editrice Meltemi), Emiliano Sbaraglia (insegnante, autore de “La scuola siamo noi”, coordinatore di un progetto di web-radio nella scuole con Save the children), Sergio Bologna (autore di “Vite da freelance”, sullo stato dell’arte del lavoro culturale in Italia e altrove), Marina Rullo (traduttrice e coordinatrice del sindacato dei traduttori Strade), Adele Olivieri (traduttrice e coordinatrice di ACTA, associazione consulenti del terziario avanzato), Viola Giannoli e Cristiana Raffa (giornalisti che possano parlare del coordinamento dei giornalisti Errori di stampa), Alessandro Riceci (attore sul coordinamento dei lavoratori dello spettacolo del Cresco), Simone Ghelli (coordinatore di Scrittore Precari, sulla loro inchiesta sul precariato editoriale), Carolina Cutolo (coordinatrice di Scrittori in causa) Roberto Ciccarelli e Peppe Allegri (autori di “La furia dei cervelli”, testo sul lavoro indipendente), Enrico Parisio (grafico, e coordinatore dell’associazione grafici)…

Insomma, questo è un piccolo invito, a diffondere l’informazione, a partecipare, a portare quell’intelligenza e quella franchezza che saranno molto necessarie. Sarebbe bello che ognuno venisse, come dire, numeroso.

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