Qualunque sia l’apparato linguistico, la poesia rende percepibile questo limite di rappresentabilità, come dire: rende percepibile l’irrappresentabile.
— Cesare Viviani
Si diventa maturi e allora ognuno per i cazzi suoi, sembra essere questa la morale di uno degli ultimi articoli di Temporelli su Atelier.
La maturità separa, divide, frantuma la comunità.…
Nonostante comunemente si tenda a credere il contrario, l’inarrestabile lavorìo intorno al linguaggio poetico produce (e si riproduce in) un flusso di risultati artistici e critici sempre più importante, sia…
HEBENON
Semestrale internazionale di letteratura
(Aut. Trib. di Ivrea n.195 del 22/01/1998)
Proprietà letteraria riservata: Associazione Culturale HebenonCONTATTI
Direzione, Redazione, Amministrazione:
via De Gasperi 16, 10010 Burolo (Torino - Italy)
tel. 349/5473648
email: [email protected]
www.hebenon.com
FONDATORE E DIRETTORE
Roberto Bertoldo
COLLABORATORI…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Lo stato di salute della poesia non è certo buono, anche perché la letteratura è ovviamente legata…
[jwplayer config="Single Player" mediaid="8646"]
Sono seduto al bar matilda sulla graefestrasse con il mio portatile connesso e finora inoperoso (lo dico per creare un po’ l’effetto-cinema …). Aspetto di fare la…
Attraverso il libro di Steven Connor, La voce come medium, abbiamo imparato che il potere è una voce dissociata. Che l’uomo, prima ancora di parlare, è parlato. In che modo…
certo ostico è farsi convesso
arco e freccia acuminata
e al tempo stesso – o appena a ridosso
culla germinante
pozza immota
antro dove risuona il fragore
della vita, lo stupefacente suo vigore
ma cos’altro fare?
______________________________________
un dolore…
Qual è lo stato di salute della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Direi molto vitale(le voci che scrivono sono infatti moltissime) ma dal polso estremamente irregolare e in stato…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
La salute della poesia italiana è buona, nonostante i poeti abbiano perso ogni potere fatico o forse…
Sono così buono, deve essere lo spirito del natale, quasi quasi la smetto con questa propaganda sulla scomparsa dell'autore e rivendico il diritto della firmetta sul librino.
Sono così buono e…
di Redazione
![]() |
China
Maria Pia Quintavalla 2010, 120 p. Editore Effigie (collana Stellefilanti) |
di Giulia Borgese
La madre sta morendo: sono i giorni in cui, per forza e per amore, la figlia si trova ad esserle più che mai vicina. A momenti perfino la scopre e a momenti la ritrova come se la ricordava dagli anni dell’infanzia: la madre infatti parla, parla molto, quasi voglia costruire per la figlia un “libro detto / e non scritto, cui ciascuno / doveva credere per fede quando attaccavi a dire, / Tu non sai quando…”.
La figlia è Maria Pia Quintavalla, poetessa (Estranea, del 2000, canzone con postfazione di Andrea Zanzotto) che sa cogliere da questi momenti pieni di parole e di fantasmi, di carezze e litigi, di verità e di sogni, di lontananza e di amore l’occasione per questo suo nuovo romanzo in versi.
China è il titolo (editore Effigie, collana Stellefilanti) ed è il nome della madre, e di ogni donna che parla: in verità indica anche le due donne insieme che si incontrano si osservano e si dicono addio. La vediamo in copertina, la madre, quando era bella e molto giovane in una di quelle fotografie degli anni Quaranta, lucide e con i bordi frastagliati: la figlia se la ricorda con “quei foulards che ti vestivano come una madonnina, / castigando la purezza della fronte e il naso / …Foulards custoditi in collezione / dai molteplici colori, a tinta unita come li definivi, / o in fantasia di bianco e blu chanel”. E’ un libro coinvolgente come a volte solo la poesia sa esserlo, e coraggioso per il lessico familiare strettamente autobiografico e insieme appartenente a tutto il mondo femminile.
In questo fitto riconoscersi vengono a galla momenti diversi come quando la madre la rimprovera: “Andiamo molto più d’accordo al telefono / l’ho notato anch’io, ma sentivo soffocare / la vergogna né lei se ne avvedeva. / Dunque ci avevo pensato, continuava, / è meglio non ci vediamo di persona”. Oppure: “Ve ne accorgerete quando non ci sarò più / dal letto di agonia ci minacciavi, appena lo potevi ricattando i nostri cuori”. Ma ogni tanto il vaneggiare della vecchia donna morente cambia tono, si fa tenero: “Come sei bella, ti affrettavi a dirmi / cominciava così il tuo testamento oscuro”.
Articoli correlati:
This entry was posted on Sunday, January 1st, 2012 at 19:17 and is filed under Anno, Autore, Italia, Lombardia, Monografie - Il poeta della settimana, O-Q, Poesia Contemporanea, Quintavalla Maria Pia, Regione and tagged with China, critica, Effige, Giulia Borgese, lettura, Maria Pia Quintavalla, nota, poesia, recensione. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Italy | 70182 |
![]() |
Spain | 2832 |
![]() |
France | 1035 |
![]() |
United States | 1019 |
![]() |
United Kingdom | 1012 |
![]() |
Switzerland | 655 |
![]() |
Germany | 358 |
![]() |
Netherlands | 123 |
![]() |
Belgium | 122 |
![]() |
Brazil | 113 |
Total Countries: | 94 |
---|---|
Total Visits: | 78687 |
|
Powered by WordPress
Design by Graph Paper Press
Subscribe to entries
Subscribe to comments
All content © 2012 by Poesia 2.0