Parola ai Poeti: Iole Toini

 

Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?

Sento la poesia fiaccata dal nostro tempo che corre senza andare in nessun posto, ma viva, perché vivo è il bisogno di ascolto e comunicazione. I poeti non possono che convivere con questa necessità, e lasciarsi guidare – trascinare – dalla sua forza che chiede strada, a volte loro malgrado.

 

Quando hai pubblicato il tuo primo libro e come hai capito che era il momento giusto? Come hai scelto con chi pubblicare? Cosa ti aspettavi? Cosa ti ha entusiasmato e cosa ti ha deluso?

La mia prima – e unica – pubblicazione è del 2009 con la casa editrice Le Voci della Luna di Sasso Marconi. E’ stato proprio grazie a Fabrizio Bianchi – l’editore – se ho pubblicato. Mi ha sempre spronato a scrivere, a partecipare ai concorsi, a credere in quello che scrivevo. Mi ha entusiasmato il suo entusiasmo. E circa le delusioni, probabilmente le ha sentite più Fabrizio di me: non ho mai fatto molto per seguire il libro dopo la sua uscita.

 

Se tu fossi un editore cosa manterresti e cosa cambieresti dell’editoria poetica italiana? Cosa si aspettano i poeti dagli editori?

Il problema non è l’editoria italiana, bensì la società intera, la sua attuale struttura, il bisogno di lucro e prevaricazione, la prepotenza, la superficialità, l’indifferenza, l’atavismo. Ciò che si aspettano i poeti dagli editori e viceversa  credo sia la medesima cosa che ogni persona si aspetta da chiunque :  rispetto per l’uomo.

 

La poesia di domani troverà sempre maggiore respiro nel web o starà in fondo all’ultimo scaffale delle grandi librerie dei centri commerciali? Qual è il maggior vantaggio di internet? E il peggior rischio?

Il web è un mezzo di comunicazione. Uno dei tanti. Ma con in più il vantaggio di essere facilmente fruibile. Con l’web, se si vuole, non si  resta statici lettori, si ha la possibilità di esprimere la propria opinione, rendersi partecipi, scambiare idee, critiche, sensazioni, conoscere chi – diversamente – si avrebbe difficoltà a incontrare. L’web è un utilissimo strumento del quale però non bisogna abusare;   la scelta di cosa e come fruirne è responsabilità nostra.  Ora, il proliferare di blog e siti specializzati , allarga il panorama e la scelta; favorisce la diffusione di voci che, diversamente, difficilmente avremmo la possibilità di conoscere. Ma il libro è ancora insostituibile, e spero lo rimanga sempre.

 

Pensi che attorno alla poesia – e all’arte in genere – si possa costruire una comunità critica, una rete sempre più competente e attenta, in grado di giudicare di volta in volta il valore di un prodotto culturale? Quale dovrebbe essere il ruolo della critica e dei critici rispetto alla poesia ed alla comunità alla quale essa si rivolge?

Non  so se davvero possa esistere un *sempre più …*.  Penso che ogni epoca abbia prodotto qualcosa che tendesse a  andare oltre il passato, in avanzata verso un nuovo che migliori il vecchio. Ma ogni cosa ha la sua circolarità : nel bene e nel male, si ripete.
Il ruolo dei critici è – o dovrebbe essere – quello di essere loro stessi prima di tutto poeti.  Il critico, per certi versi, va oltre il ruolo dell’autore, deve frequentare la poesia anche dal verso del suo smembramento, della sua decodifica, utile sia al lettore che all’autore stesso.
Avere la capacità di leggere attraverso le parole è un talento e una responsabilità pari – o forse per certi versi, superiore – a quello di un bravo autore.

 

Il canone è un limite di cui bisognerebbe fare a meno o uno strumento indispensabile? Pensi che nell’attraversamento della tradizione debba prevalere il rispetto delle regole o il loro provocatorio scardinamento?

Niente nasce da se stesso. Ogni situazione ha una continuità che prende impulso da ciò che l’ha preceduta.  Per poter andare oltre, è di fondamentale importanza conoscere la tradizione. Non  c’è niente da inventare di nuovo in poesia;  c’è da imparare a riconoscere le proprie eventuali capacità e potenzialità. E questo può avvenire solo conoscendo chi ci ha preceduti.

 

In un paese come il nostro che ruolo dovrebbe avere un Ministro della Cultura? Quali sono, a tuo avviso, i modi che andrebbero adottati per promuovere la buona Letteratura e, in particolare, la buona poesia?

Senza dubbio solo amando profondamente la cultura si può imparare a trasmettere cultura. Per favorire la letteratura, l’educazione resta il mezzo più efficace; un processo lento, lungo e laborioso che può avvenire solo se condotto da un’azione permanente, congiunta, convinta.

 

Quali sono i fattori che più influiscono – positivamente e negativamente – sull’educazione poetica di una nazione? Dove credi che vi sia più bisogno di agire per una maggiore e migliore diffusione della cultura poetica? Chi dovrebbe farlo e come?

Non può esistere coscienza poetica se non c’è rispetto per la persona,  bisogno di bellezza, di amore. Posso sembrare patetica e banale, ma sono convinta che non basterebbe sciogliere un nodo per  risolvere il problema. Mi rendo anche conto che così dicendo sembrano non esserci soluzioni o esserci solo in modo utopico.
Cercando di abbassare il tiro, penso che un’azione più mirata e costante che valorizzi la singola persona, le potenzialità di ogni individuo, che dia modo a ciascuno di avere accesso all’arte tutta, potrebbe portare qualche risultato.

 

Il poeta è un cittadino o un apolide? Quali responsabilità ha verso il suo pubblico? Quali comportamenti potrebbero essere importanti?

Il poeta è un cittadino come tutti, con in più un occhio-microscopio che a volte può farlo sentire solo. La prima responsabilità l’ha verso se stesso, verso i propri limiti, le debolezze, le mancanze. E sicuramente deve possedere il coraggio per l’autenticità.

 

Credi più nel valore dell’ispirazione o nella disciplina? Come aspetti che si accenda una scintilla e come la tieni accesa?

L’intuizione e il talento vanno forgiati attraverso una seria e continua disciplina.
Leggere è sicuramente di primaria importanza. A questo si accosta la capacità a meravigliarsi, a cogliere in ogni cosa la singolarità, la bellezza.

 

Scrivi per comunicare un’emozione o un’idea? La poesia ha un messaggio, qualcosa da chiedere o qualcosa da dire?

Scrivo perché mi piace, perché mi fa stare bene. E perché mi mette in comunicazione con chi mi somiglia. La poesia ha tutto: ascolta, dice, chiede…

 

Cosa pensano della poesia le persone che ami?

Spesso si diffida delle cose che non si conoscono. E la poesia ha bisogno di essere frequentata molto prima di farsi avvicinare.
Le persone che amo a volte ne sono intimorite. Altre, la considerano qualcosa di inavvicinabile. Altre invece ne restano sorpresi.

 

Sei costretto a dividere il tempo che più volentieri dedicheresti alla poesia con un lavoro che con la poesia ha davvero poco a che fare? Trovi una contraddizione in chi ha la fortuna di scrivere per mestiere? Come vivi la tua condizione?

Credo che quasi tutti i poeti siano costretti a dedicare gran parte del loro tempo a un lavoro che spesso c’entra poco con la poesia. Qualcuno ha la fortuna di svolgere un mestiere che ruota intorno alla cultura e che in alcuni momenti può coincidere.
Famiglia, lavoro, vita sociale costringono a dover scendere a patti con il bisogno di leggere e scrivere. E’ qualcosa che ho vissuto e che vivo – qualche anno fa con più difficoltà e con sofferenza.  Trovare un equilibrio è difficile, si ha bisogno di molto tempo – prima di tutto per leggere; quando manca, ci si sente frustrati.

 

Cosa speri per il tuo futuro? E per quello della poesia? Cosa manca e cosa serve alla poesia ed ai poeti oggi?

Spero tutto il bene possibile, l’unica cosa che serve.

 


 

Iole Toini vive sul Lago d’Iseo. Ha collaborato con la rivista “Qui – appunti dal presente” di Milano. Ha vinto alcuni premi tra i quali il Concorso Nazionale di Poesia “Sci Club – Pieve di Soligo”, presidente onorario di giuria Andrea Zanzotto; ‘Il Lago Verde’ di Casazza (BG); il Premio Nazionale di Galbiate (MI). Terza classificata al Premio Renato Giorgi 2007, è stata segnalata in concorsi quali il Montano di Verona, il Concorso di Poesia MezzagoArte (presidente onorario di giuria Franco Loi), il Premio Città di Rimini. Sue poesie sono state pubblicate su Gradivae sulla rivista Le Voci della Luna di Sasso Marconi (BO). Nel 2009 ha pubblicato Spaccasangue, ed. Le Voci della Luna, con il quale ha vinto il premio Sertoli Salis di Sondrio. E’ stata segnalata al premio Gaetano Viggiani di Pontinia.

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3 Comments

  • “Non può esistere coscienza poetica se non c’è rispetto per la persona, bisogno di bellezza, di amore. ”

    ecco il senso vero della poesia.
    Risposte molto significative, tutte condivisibili.
    grazie, Iole.

  • Una voce che ha registri come lame affilate e cardellini nel sangue che la tinge. Bellissima voce quella di Iole Toini

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