settembre, ora lo guardo
— Umberto Piersanti
da dietro i vetri,
nell’orto ti rivedo,
il tuo riso riascolto
tra i rovi folti.
*
il sogno è di una fiamma chiara e dice fammi divertire –
ma non sapevo come. dalla catena scherzosa e rotta in c. dei rapporti si esce: punta puntata, pietra scagliata, spaccare l’osso, colpire…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Credo che lo stato di salute della poesia in Italia sia buono, in realtà. La mia esperienza…
Poeticut Videoscritture nasce dal desiderio, desiderio di prendere sul serio un rapporto d'amore lunghissimo che ancora vive un po' nell'ombra, nell'oscurità, che ogni tanto si sa, si può e si…
di Umberto Fiori (Annuario di Manacorda; poi nella raccolta di saggi La poesia è un fischio,2007)
Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i miei
sentimenti hanno un naso. Il mio…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Lo stato di salute della poesia è buono, o quantomeno discreto perché continuano ad uscire dei buoni…
Lo scorso giugno Poesia 2.0 annunciava una importante collaborazione con "Opera Prima", una brillante iniziativa editoriale aperta esclusivamente ai poeti inediti a cura di Flavio Ermini.
Nonostante i tempi stretti, l'estate,…
“…suggerisce un ritmo subito cancellato. Né questo né quello. Come direbbe Platone una tale ritmicità…”
Qui presento Un tale, una tale. Con questa rubrica vorrei inaugurare un modo di relazione in…
Grazie Amazon di aver creato Kindle, finalmente posso andare in treno con tutta la mia libreria, posso portarmi i 1400 volumi e scegliere cosa leggere; forse il tragitto Verona-Bologna in…
in verità non so dire
come se io non fossi anche
questo maglione a righe,
uno stivale per ogni piede,
questo conforto di aria fredda sulla faccia.
rappresentare il più minuscolo
degli anti-eroi in sordina:
rocambolesche conclusioni…
In un mondo perfetto, Chapman avrebbe ucciso Yoko Ono.
Ma questa è la poesia pronta all'uso, quella che succhia dai morti e che fa poca fatica, perchè i vivi non si…
di Redazione
I lavoratori della cultura del Valle Occupato, TQ, e i lavoratori della Biblioteca Nazionale
indicono l’assemblea pubblica
Carta batte Forbice
Biblioteca Nazionale di Roma
11 ottobre dalle 17 alle 22
Martedì 11 ottobre, dalle cinque alle dieci di sera, un’assemblea pubblica verrà indetta alla Biblioteca Nazionale di Roma.
In una crisi politica e sociale ogni giorno più clamorosa, un’indifferenza feroce, una rabbia contro il valore stesso dello studio e della conoscenza, colpisce le biblioteche, le scuole, le università, l’editoria, i lavoratori della cultura, dello spettacolo, gli studenti, e tutti coloro che ritengono fondamentale la cultura per una comunità che vuole dirsi tale.
Per questo da mesi in Italia stanno sorgendo centinaia di iniziative tra studenti e lavoratori della conoscenza per chiedere non solo la difesa dei propri diritti, dell’articolo 3 della nostra costituzione (dove si scrive che l’istruzione è il motore fondamentale dell’inclusione sociale), ma per immaginare tutti insieme una grande cittadinanza attiva capace di pensare un futuro diverso.
E per questo – in un paese dove si legge poco, dove ci sono ancora due milioni di analfabeti totali, e cinque di semianalfabeti – abbiamo scelto come luogo obbligato per un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza la Biblioteca Centrale di Roma. Lo spazio che dovrebbe essere il cuore pulsante di una polis, un bene comune accessibile a tutti e che tutti abbiano a cuore, è oggi trattato dal governo come un ostacolo a quello che sembra un autentico progetto di desertificazione culturale.
Noi pensiamo che proprio le biblioteche e i luoghi pubblici della cultura possano essere i centri di una rivolta del sapere: perché le biblioteche pubbliche sono come le fontanelle, sono come i pronto soccorsi, sono come le caserme dei pompieri, sono come le scuole materne. Sono necessarie, e dovrebbero essere sempre di più spazi di partecipazione per tutti quelli che si riconoscono nel valore dei beni comuni, nel piacere dello stare insieme, nell’importanza di sentirsi cittadini.
Perché allora un luogo così importante chiude tutti i giorni alle 19 e il sabato alle 13.30, mentre, come invece accade in altri contesti felici, le biblioteche potrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o ventiquattro ore, o la domenica, o l’intera estate, come è normale ad esempio a tutte le grandi biblioteche europee, piene degli studiosi che d’estate hanno tempo di consultare i libri per le loro ricerche? E perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150 milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?
Non ci piace parlare di emergenza, ci piace parlare di partecipazione attiva. Per questo abbiamo deciso per un giorno di trasformare la biblioteca in quello che dovrebbe essere tutti i giorni: un luogo restituito alla cittadinanza, una “fontanella” della cultura. E abbiamo indetto un’assemblea per tutti coloro che sono convinti che la cultura debba essere un bene comune.
Abbiamo raccolto gli ultimi dati che indicano la terribile crisi, di investimento e di progetto, che attraversa le biblioteche italiane; potete leggerne anche voi qui.
Abbiamo ripreso un decalogo di punti individuati da Antonella Agnoli nel libro Le piazze del sapere, il cui lavoro è un riferimento fondamentale per questa mobilitazione.
Abbiamo coinvolto quelli stanno facendo battaglie parallele alla nostra: gli archivisti che si mobiliteranno dal 12 al 15 ottobre
Abbiamo visto che anche altrove stanno protestando in un modo molto simile al nostro.
Abbiamo provato a riconoscere quali sono i punti critici della circolazione dei saperi oggi: potete leggere qui un intervento del professore di Scienze del Libro Giovanni Solimine.
Ma soprattutto abbiamo chiamato a raccolta tutti, i bibliotecari, i lavoratori della biblioteca, gli archivisti, gli utenti della biblioteca, gli scrittori, i redattori, i traduttori, i giornalisti, gli editori, i grafici, i ricercatori, gli insegnanti, i semplici lettori, e soprattutto i semplici cittadini, insomma voi: tutti coloro che – al contrario di questo governo rapace, cinico e triste – sperano che la cultura per una volta possa vincere contro i tagli, e che si possa trasformare un deserto in una sorgente.
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This entry was posted on Saturday, October 8th, 2011 at 10:30 and is filed under Eventi, Eventi & Segnalazioni, Mappatura, Ultimi articoli and tagged with assemblea, biblioteca nazionale, carta batte forbice, Roma, TQ, Valle occupato. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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