Poesia 2.0

La mano ozia nel nido delle tue cosce,
è sera, e la sera rinnova la pioggia,
mai cessata di fremere.
— Alessandro Ricci

Zibaldello n.17: Raccolta differenziata

 

“ per troppo tempo l’Italia è stato un mercato di rigattieri”

Filippo Tommaso Marinetti – Manifesto Futurista

 

Potrebbe essere un’altra puntatina di Vicolo, ma non è così, è solo il diritto a rivendicare l’esistenza di una pattumiera della storia.
Un invito a dire basta a questa insulsa mania dell’archivismo in chiavette, in file compressi, in memorie estese, come se tutto si dovesse salvare dal virus dell’oblio.
Questo boom della memoria che celebra con anniversari a ripetizione, che ci trasforma in mercanti di reliquie, che ci fa esaltare l’estetica degli oggetti solo quando hanno perso ogni rapporto con la produzione.
Ed è questa la grande morale del “mal d’archivio” che, oltre a essere il titolo di una riuscita analisi di Derrida, è anche un ulteriore conferma della fine della storia che stipa, immagazzina, conserva come se non ci fosse domani.
Questa rimasticazione poetica che ci pervade come se sapessimo godere solo del conosciuto, come se solo le parole ruminate potessero ricostruire il senso ridare significato.

Lo confesso avevo fiducia in certi trentenni, mi sembrava ci fosse qualche lucina accesa , qualcosa che alla Grey’s Anatomy valesse la pena rianimare. Ma come sempre ero io che guardavo a nostalgie alternative, che fraintendevo esercizi di archeologia con paroline di riforma.
In realtà la nostra è una poesia d’avventori uno spettacolino da sbornie tristi.
Pensavo a dove poteva stare l’errore, forse nell’ansia di cercare di riprodurre fedelmente eventi caotici, o forse altrove, nei filmini in super8 che non abbiamo saputo consegnare al cestino. Nei fogliettini di monnezza che qualche blogger compiacente e sovraccarico di secondi fini ci aveva illuso di esser buoni.
Li guardo, i poeti, e sembrano fumetti che con le pose costruiscono le lore narrazioni, ma senza avere nulla nei gesti, perché nulla è nelle parole a sostenerli.
Si, l’abbiamo questo sacrosanto diritto al bidone, perché la buona arte fallisce sempre e, come le leggi giuste, è buona soltanto se scontenta tutti.

Fondata e diretta da Luigi Bosco, grazie al contributo di una lunga lista di persone, Poesia 2.0 nasce nel maggio del 2010 come risposta ai quesiti ed alle esigenze emerse all’interno di una lunga discussione su Poesia e Web che ebbe luogo sul blog di Stefano Guglielmin Blanc de ta nuque ( http://golfedombre.blogspot.com.es/2010/04/vimercate-poesia-caldo.html ).

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