Poesia 2.0

La mano ozia nel nido delle tue cosce,
è sera, e la sera rinnova la pioggia,
mai cessata di fremere.
— Alessandro Ricci

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"Vicolo Cieco" tag
brodino

Vicolo Cieco n.35: Il brodino

Il poeta si fa interprete della decadenza solo incarnandola, assumendola. Il rischio è che, in questa assunzione, si visualizzi e si proietti solo la propria dissoluzione, il proprio disfacimento. La poesia rischia solo…

anonymous

Vicolo Cieco n.34: Licenza poetica 2

Se il tormento è diventato la cifra del nuovo sentire civile si può arrivare a comprenderlo a livello esistenziale senza alcuno sforzo, ma che questo debba o possa essere considerato in seno a…

JamesBond007Pix

Vicolo Cieco n.33: 007 licenza di scrivere

Non accontentarsi più dell’essere parlati, dell’essere scritti; al tu letterario che avanza si chiede di essere guardati, scrutati, sorvegliati. Il luogo stesso della scrittura, essendo di per sé un luogo creaturale, si pone…

critica

Vicolo Cieco n.32: La critica che vorrei – atto terzo

Se la poesia ha un’urgenza, ha quella di saper rientrare nel testo. La poesia che al testo pone davanti l’atteggiamento è una parola perduta. Certo l’atteggiamento militante prevede una vigilanza, un guardarsi alle…

revolution_with_fist

Vicolo Cieco n.31: Poesia Civile

Vorrei correggere una mia affermazione apparsa in qualche articolo e sostenuta in alcuni dibattiti, in merito al fatto che la poesia civile sia di fatto una questione di atteggiamento. Credo fermamente, come ho…

intellettuali

Vicolo Cieco n.30: il tempo sbiadito del recensire

Nello stare faccia a faccia con un testo, se si ha qualche dovere lo si ha solo nei confronti della letteratura. Non mi sento recensore, non ne ho l’atteggiamento: parlo e scrivo solo di…

Alessandro Assiri

Vicolo Cieco n.29: Canto di Natale

mi piacerebbe ricordarmi dove ero nella citazione delle cinque della sera un sistema grafico usurato ci toglie il respiro, ci fa credere che il male sia passato una scrittura è un sistema di…

razzo

Vicolo Cieco n.28: Di cosa siamo orfani?

  In fondo è stato Eugenio che ci ha insegnato i conti della lavandaia che l’ha  introiettata in una fraseologia del presente e la listina, si sa, soffre dell’ansia dell’aggiornamento, delle cosette mancanti nel…

piazza-annasutor

Vicolo Cieco n.27: Natale in doppia fila

  Ogni fine del mondo è un’espiazione di peccati che si sanno commessi e di un lutto che si sa prima o poi di dover elaborare e allora se i maya hanno ragione…

boccioni

Vicolo Cieco n.26: La critica che vorrei – atto secondo

  Credo che lo spazio espositivo debba vivere in un rapporto dialogico con lo spazio dell’opera. Così come un autore dovrebbe tornare a identificarsi con un editore che incarni e veicoli il suo…

y

Vicolo Cieco n.25: Alla larga dai sogni

  Di questa poesia sospesa tra il fare la vittima e i suoi esorcismi esci da questo corpo,  ma per andare dove… la poesia che non ha corpo sembra incapace di direzione, pena…

snoopy

Vicolo Cieco n.24: 18 lettori

  Sono stanco di questa gente che scrive perchè il mondo non è abbastanza delle rivoluzioni che diventano malinconiche, del viaggiare per cercare la quiete che ci manca è la nostra parola che…

critica

Vicolo Cieco n.23: La critica che vorrei

  Che dica la vacuità dello spettacolo e che smetta di pensare che siamo troppo pochi, che non ce la possiamo fare. Che tiri fuori il perché di questa insofferenza; che ci dica…

alphabetpuzzle

Vicolo Cieco n.22: Alleanza

Alleanza è percepire insieme il modo di affrontare un rischio. Sono arrivati i marziani e alleanza è erigere un argine, un fronte che di comune non ha niente se non portare l’arroganza di fronte…

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Vicolo Cieco n.20: Si salvi chi può

  Si diventa maturi e allora ognuno per i cazzi suoi, sembra essere questa la morale di uno degli ultimi articoli di Temporelli su Atelier. La maturità separa, divide, frantuma la comunità. L’aggregazione…

Vicolo Cieco n.19: Svalutation

  Sono così buono, deve essere lo spirito del natale, quasi quasi la smetto con questa propaganda sulla scomparsa dell’autore e rivendico il diritto della firmetta sul librino. Sono così buono e credulone…

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Vicolo Cieco n.17: Scappate compagni

  La deriva, la folle saggezza. Il respiro un po’ beat. La natura instabile che la parola poetica dovrebbe avere tra esitazioni e pause. Questo “terribile amore per la guerra” , per la…

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Vicolo Cieco n.15: Provviste per il futuro

  La poesia che torna al corpo e quella che respira, quella che si mette la faccia con la cronaca addosso. Ho anch’io i miei piccoli vivi di parole disinvolte, ma non somigliano…

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Vicolo Cieco n.14: Arrivederci a settembre

  Stiamo rotolando tutti insieme in un breviario di beghine da comari caciarose, orfani di ogni grandezza, in balia della nuova esaperante epidemia poetica: il virus editoriale. Stiamo lì a domandarci come fare…

gregge

Vicolo Cieco n.13: Verso il plurale

L’incapacità della poesia di riconoscere una pluralità, rivendicando un’esclusiva emozionale, cercando di mettere un sigillo Dop al testo, ne mette a repentaglio le interazioni e ne preclude le possibilità per l’esigenza di “firmetta”….

Poesia 2.0 © 2014

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