Dada è morto! Largo al Lettrismo!

lettrismo

Sulla base delle teorie sviluppate durante l’adolescenza rmena, nel 1945, Isidore Isou fonda insieme a Gabriel Pomrand il movimento lettrista. Ventenni, smaniosi di farsi spazio nell’affollato ambiente artistico della capitale, i due, insieme ad alcuni compagni radunati alla bisogna nelle strade di Saint-Germain-des-Prés, si muovono tra vedette e locali alla moda, intellettuali e artisti d’ogni sorta, iniziando a suscitare l’interesse della stampa locale e dell’ambiente circostante.

Il lettrismo si presenta con chiassose manifestazioni, che spesso si concludono in rissa richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine. Parigi inizia a interessarsi al movimento ma con un sorriso di scherno, commentando con sarcasmo e ironia i megalomani intenti di quel gruppo di ragazzi scalmanati che si credono i profeti di una nuova epoca dell’arte del pensiero, superiore ad ogni tradizione ed ogni avanguardia precedente.

È del 1946 la pubblicazione de «La Dittatura Lettrista. Quaderni di un nuovo regime artistico», primo e unico numero della rivista lettrista, nonché primo documento ufficiale del movimento, che raccoglie interventi dei vari membri a proposito delle teorie approfondite nel primo libro di Isou Introduction à une nouvelle Poésie et une nouvelle Musique, pubblicato l’anno successivo.

I lettristi negano tutta la tradizione precedente, suddivisa tra il periodo dell’ampiezza, che dalle origini della poesia arriva a Victor Hugo, e quello della cesellatura, al quale dà inizio Baudelaire, dando vita a una nuova fase conclusasi con le avanguardie; la prima epoca è contraddistinta dall’aneddoto, dal concetto o dall’idea che l’autore tenta di esprimere mediante il componimento poetico, mentre Baudelaire dà inizio a una nuova epoca, abbandonando soggetti estranei alla poesia, in favore della sua stessa essenza. La forma poetica inizia a modellarsi su frammenti e particolari sempre più minuti, tralascia l’aneddoto per concentrarsi sulla perfetta disposizione degli elementi che formano il componimento. Rimbaud, Mallarmé e Valéry, tra gli altri, rappresentano le tappe salienti di un itinerario che dal discorso al verso, porta infine alla parola intesa come unità minima della poesia.

Tzara è Breton hanno avuto l’occasione per porre fine alla tradizione che li ha preceduti, superando la parola per aprire nuovi orizzonti ma, nonostante il ruolo di spartiacque ormai attribuitogli nella storia, non hanno saputo realizzare la distruzione ultima. Isou riconduce quindi ogni tendenza poetica, a sé stesso e al lettrismo: egli è il profeta e il lettrismo il verbo di una nuova era della poesia e della musica che apre orizzonti inediti dello scibile umano.

Come suggerisce il nome stesso del movimento l’ambizioso progetto si basa sulla lettera, suono, grido primordiale e istintivo, origine di ogni linguaggio. Isou non intende proporre un nuovo genere letterario né una forma nuova, ma un nuovo codice capace di sovvertire i modelli del passato, raccogliendo in sé il meglio di ogni tecnica, di ogni arte e di ogni scienza, generando un sistema inedito di pensiero, al quale ogni disciplina umana dovrà soccombere o obbedire per evitare l’estinzione.

Il sistema lettrista si basa sulla Kladologia che si pone come obiettivo quello di suddividere e classificare le diverse branche del sapere, per individuare il denominatore comune che ne racchiude l’essenza unica e inscindibile, la via verso la meta paradisiaca alla quale ognuna di esse tende naturalmente. Le megalomani ambizioni lettriste vengono però messe presto in discussione poiché, a fronte della complessa terminologia e delle innumerevoli teorie prodotte, il lettrismo non conta tra le sue creazioni che un pugno di poesie fonetiche, interpretate durante le manifestazioni o di notte, nelle caves affollate di Saint-Germain-des-Prés. Le creazioni lettriste, quando non provocano un sorriso o una sensazione di fastidio in chi assiste alle loro scalcinate manifestazioni, attirano presto critiche feroci e accuse di plagio, in particolar modo da Iliazd, poeta russo vicino al futurismo, che nel 1947 pubblica Poesia delle parole sconosciute, una sorta di un’antologia pre-lettrista, con la quale si proclama come l’inventore del movimento.

Più che per le opere prodotte, il lettrismo si contraddistingue per l’atteggiamento provocatorio, spesso riassunto nei feroci attacchi contro Tzara, Breton e i loro seguaci: postura naturale per chi esordisce nell’ambiente parigino definendosi come «l’unico movimento d’avanguardia contemporaneo». Dada e surrealismo hanno spogliato di ogni significato la parola, ma non hanno saputo andare oltre, non sono stati capaci di valicare il confine della tradizione, iscrivendosi in essa come epilogo. Il violento atteggiamento dei lettristi della prima ora, porta a dure contestazioni nei confronti delle avanguardie e dei loro rappresentanti, come in occasione dello scandalo del Vieux Colombier, quando Isou, Pomerand e gli altri intervengono alla prima de «La fuga» di Tristan Tzara e interrompono la rappresentazione con fischi e grida, montando sul palco per recitare componimenti lettristi, scatenando una rissa con gli attori infuriati.

Il lettrismo introduce una lingua universale e primigenia che è solo il primo passo, lo strumento necessario all’esplorazione di tutti i campi del sapere in una chiave inedita, ponendo l’atto creativo, lo scarto rispetto al passato, come unico parametro di valutazione valido. La ricerca lettrista parte da poesia e musica, dalla cui commistione nasce la lettrie, ma ambisce a ben più vasti orizzonti.

Se il 1947 è l’anno in cui appaiono delle pubblicazioni di Isou per Gallimard (oltre alla già citata Introduzione nello stesso anno viene pubblicata L’aggregazione di un Nome et di un Messia, voluminoso romanzo autobiografico), il 1950 sancisce un momento altrettanto cruciale per la storia del primo lettrismo, con l’apparizione de I diari degli Dei di Isou e Santo-Ghetto-dei-Prestiti di Gabriel Pomerand, primi esempi di opere metagrafiche. Per le loro composizioni poetiche i lettristi si servivano di uno speciale alfabeto, composto, oltre che dalle lettere tradizionali, da nuovi segni, suoni riproducibili dall’apparato vocale umano; pertanto, tali composizioni, così come le prime sinfonie lettriste (La guerre di Isou e la Symphonie en K di Pomerand) trovavano unico sbocco nell’oralità, affidando un ruolo fondamentale all’esecutore e alla sua interpretazione. La metagrafia sposta l’attenzione sulla dimensione visiva dell’opera e affida a chi osserva il compito di interpretare. L’opera di Pomerand né è una prova esemplare: da un lato una narrazione in francese corrente scorre sulle pagine sinistre, mentre a fronte tavole di simboli e disegni riproducono il testo in immagini, in una sorta di rebus che comprende ogni segno esistente e possibili.

L’anno successivo Isou “presenta” a Cannes il suo nuovo film Trattato di Bava e d’Eternità, con il quale introduce il concetto di discrepanza, sovrapponendo a une serie di sequenze che lo riprendono per le vie di Parigi una voce fuori campo che legge uno dei suoi scritti. La proiezione avviene in seguito all’insistenza e alle proteste dei lettristi presenti e Isou riceve addirittura un premio speciale da una giuria creata all’uopo.

A quella proiezione assiste un giovane Guy Debord, che di lì a poco si unirà al movimento lettrista; tuttavia la sua permanenza nel gruppo è effimera, visto che l’anno successivo, insieme a Serge Berna, Jean-Louis Brau e Gil J. Wolman, abbandonerà il movimento a causa dei dissidi che li dividevano da Isidore Isou. La rottura definitiva, che porterà alla fondazione dell’Internazionale Lettrista, avviene in seguito alla dura contestazione organizzata dai membri dissidenti durante la conferenza di presentazione dell’ultimo film di Charlie Chaplin, Luci della ribalta. Tale episodio segna la fine di quello che può essere considerato, secondo la definizione di Flahutez, il «lettrismo storico».

Il movimento lettrista si è sviluppato nei decenni, evolvendosi in formazioni diverse radunate intorno alla figura di Isidore Isou, deceduto nel 2007, ed esiste tutt’ora. L’irreperibilità di molti testi e documenti, pubblicati in tirature limitate e mai più ristampati, unita all’atteggiamento dei lettristi, gelosi delle proprie opere e della propria storia, riluttanti verso gli estranei, oltre che al disinteresse della critica ufficiale, hanno celato il lettrismo all’ombra di altri movimenti, recludendolo fuori dalla storia.

Il lettrismo è una fucina di idee e spunti di riflessione che andrebbe esplorato e conosciuto per aver saputo costruire un sistema di pensiero che, per quanto utopico, megalomane e provocatorio, offre una nuova immagine al possibile.

Alessandro Scuro
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