Poesia Condivisa n.21: “Poesie alla madre” di Saverio Bafaro

poesie alla madre

Gesta quotidiane

Oh deliziosa insonnia
la Notte celebra
con un sacrificio di luna
apparenti misteri.
Sono le tue gesta infinite
frutto del consueto miracolo
del giorno prima

***

L’Angelo possiede ossa e carne e respiri
e dispone i piatti
sulla tavola
nell’altra stanza

***

Oggetti viventi

Hai portato alla luce
dal groviglio di cose a cui hai salvato il respiro
la caraffa arancio dal becco di oca
reliquia di ombre quotidiane
rilascito di genealogie consumatesi al sole
madre archeologa
degli oggetti che vivono

***

Non ha più segreti
la carne
Il cuore, invece
ammantato nel dubbio
cerca nel sangue
verità atroci

***

Sul balcone disastrato
il cigolante filo di Lei che tira a sé
affrettandosi
il costume dei funamboli.
Nascosta nel cielo
la sadica platea
applaude il fulmine che dilania una colomba
prima dell’inaudito scroscio
della più grande tempesta

***

Vicino al sonno e al sogno
dell’alcool e della tregua:
il vagone in cui transita il cuore

***

Madre che dorme 

Fra un quadrilunio
la tua vulva ovattata
cesserà di piangere sangue,
solo un pianto di stelle
regnerà a lungo
sulla madre che dorme

***

E cullo i miei figli sul lago
sotto la luna
e ne mangio un po’ il cranio
le mie lacrime sono
latte buono

 

Saverio Bafaro da  “Poesie alla madre”, Rubbettino, 2007

***

Poche volte il tema della ‘madre’ in poesia è stato affrontato in maniera sistematica e monografica. Questa modalità si trova, invece, nell’opera poetica di Saverio Bafaro. Nella raccolta “Poesie alla madre” (Rubbettino, 2007), Bafaro mette a punto una sorta di “studio dal vero” naturalistico di quella che è la genitrice, figura primigenia e universale, per sua natura densamente simbolica ma calata in un corpo particolare, vivo. Gli effetti di risonanza per il lettore si rivelano insieme biologici e mitologici, immanenti e cosmologici. Un viaggio profondo alla ricerca della radice del mistero, della verità insita nella concretezza degli oggetti. Una missione ricostruttiva dell’identità della madre, del poeta e della poesia stessa. Un’affermazione di autenticità proposta con stile epigrammatico, tendente alla frammentazione e all’afasia causate dal dolore, che tuttavia risulta la chiave per accedere a un’intima consapevolezza dell’esistenza, a una gioiosa celebrazione della vita.

Loredana Savelli

Personalmente mi impegno a voler leggere eventuali successive raccolte pubblicate dall’autore per seguirne la futura scrittura, riferendone in questa rubrica.

 

Roma, 1 febbraio 2014 Loredana Savelli

Redazione
Written By
More from Redazione

MYND ERASER full novella with spoken word

  Mynd Eraser is an asemic kinetic novella by Michael Jacobson.
Read More

21 Comments

  • Grazie Annamaria, l’intervista svela aspetti molto importanti del mio pensiero, credo non siano solo parole ma carne viva, ciò che realmente penso di un mondo (quello della poesia) che non può sussistere senza autenticità e lavoro costante. Un ringraziamente anche al mio amico e lettore Maurizio Alberto Molinari, attento a segnalare il mio ultimo lavoro fresco di stampa…

  • Gesta quotidiane – Oggetti viventi – Madre che dorme: uno spazio senza tempo questa storia di madre e di figlio. Ogni verso sentenzia un evento che si incrocia magicamente nelle due vite. Il ricordo sale ad ogni oggetto, la funzione del gesto quotidiano cattura, quasi sadica, ogni sospiro.
    Scorre incredula questa sequenza tracciante, disegnando un reticolo di testimonianze che sembrano muoversi come un metronomo al ritmo del suono e del significato.
    La carne, la vita, le ossa si intersecano in un continuo e ininterrotto abbraccio che libera un tempo “altro”, una porzione di eternità che nulla potrà eradicare dalla sua nuova dimensione.
    E in quell’atto di cullare e di cibarsi del proprio sè Saverio testimonia mirabilmente il dono del talento che ha ricevuto in dono: quello della poesia.
    Ammirato e grato. Maurizio Alberto Molinari.

    • “Scorre incredula questa sequenza tracciante, disegnando un reticolo di
      testimonianze che sembrano muoversi come un metronomo al ritmo del suono
      e del significato.” Grazie Maurizio, sono lusingato per questo “passaggio” di miei intenti poetici…

        • Spero che i lettori così empatici come M.Alberto Molinari abbiano letto l’intero libro o sentano la improrogabile necessità di leggerlo. e’ quello che ci auguriamo in questa rubrica, invitando ancora una volta a manifestare questa intenzione. a vantaggio della poesia.

          Avviso poi tutti coloro che fossero interessati al pensiero di Saverio Bafaro di leggere l’intervista fattagli da Sandro de Fazi qui http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Articolo&Id=1041

          • ho il piacere di ricevere testi e inediti direttamente da Saverio che stimo molto per la sua presenza poetica… Al momento non ho ancora questa “sua madre fra le manI” ma presto avrò il suo ultimo prezioso lavoro “Poesie del terrore” , edito da La Vita Felice, magicamente accompagnato dalle opere di Piero Crida.. 🙂

  • La madre mantiene vita e presenza, ritaglia dentro il notturno e il sogno le epifanie di un mondo morandiano e vuoto, “la caraffa arancio dal becco di oca”. È un gioco di luci e ombre, di alto e basso, di inquieta ricerca di identità. Niente è preciso e tutto sfugge.

    • Grazie, Alberto. Gli oggetti morandiani hanno abitato il mio immaginario e sono usciti di nuovo fuori in tutta la loro storia in questi miei versi, sono loro i veri testimoni della quotidianità, noi siamo molto più distratti…Sono lieto che un riferimento così implicito ti sia arrivato sottopelle…

  • “Pietas in matrem”, l’affetto della madre che si fa carne. Carne da seme, immenso vuoto, per partorire immenso bene. Radici conficcate nella parola per renderla “materna”, quindi accessibile: tu questo fai, in quanto figlio. Versi che mi hanno commosso e di cui ti ringrazio

    • dense ed empatiche parole le tue, Francesco. grazie per l’attenzione. Spero che siano di stimolo per leggere l’intero libro, che è, non dimentichiamolo, il fine di questa rubrica.

    • Grazie del tuo intervento, Francesco, sono lusingato del fatto di averti provocato delle emozioni, giustamente tu metti in luce le radici genetiche, biologiche del materno che nella nostra cultura affandono nella latinità a sua volta influenzata dal senso del tragico greco…

  • Grazie infinite innanzitutto a te Annamaria Ferramosca e alla redazione per avermi scelto. Grazie a Loredana Savelli per la bella idea di volermi presentare. Mi sento onorato di poter essere ospite del vostro blog.

    Circa i dettagli che tu Annamaria mi chiedi dell’ultimo testo proposto, ti dico come lo vedo io a distanza di tempo e in base alla forte energia che lo ha prodotto quando è stato scritto: credo si tratti di una sorta di effetto cinematografico di “morphing” tra me e mia madre, uno dei miei testi più “psicodinamici” in cui si riconosce alla madre una forza primigenia, ancestrale, fino ad arrivare anche al cannibalismo: potere di genare ma anche di uccidere, uniti nella mia scena con una sorta di convivenza, di ‘consapevolezza’ (ecco la tua suggestione del tutto aderente!). Aiutatemi ad arricchire di senso con i vostri interventi!

    Saverio Bafaro

    • Grazie per il tuo chiarire, Saverio. un senso davvero estremo, ammissibile in poesia. su cui lasciamo altra parola ai lettori. apprezzo molto la tua umile richiesta di “aiuto ” a chi da qui passa, ti fa onore.

  • Do il benvenuto a questa poesia sulla madre,al suo autore Saverio Bafaro e alla lettrice Loredana Savelli che ha saputo cogliere e trasmettere i fuochi di questa scrittura.
    La madre è potente archetipo e ormai usurata figura letteraria, ma è
    sorprendente vedere come essa continui a essere fonte di senso e vibrazioni
    sempre rinnovate. Come accade anche in questa scrittura, che vede la madre come “archeologa degli oggetti che vivono”, espressione che restituisce tutta la complessità del materno, il suo essere sedimento millenario simbolico e insieme calore domestico vivo.
    Mi colpisce in particolare l’ultimo testo, con quella chiusa enigmatica che
    forse allude(chiedo lumi all’autore!)alla consapevolezza del destino di morte
    dei figli e insieme alla rassegnazione, se lo sprazzo di vita, pur nella sua
    brevità, è fusione di lacrime e latte buono.

    Annamaria Ferramosca

  • Insieme e dettagli (ai miei occhi, in particolare, «la caraffa arancio dal becco di oca») dei testi di Saverio Bafaro qui presentati da Loredana Savelli inducono chi legge a fermarsi, riflettere, apprezzare. Ben fa Loredana Savelli nella sua nota a prendere le mosse dagli effetti di risonanza nel lettore e a sottolineare le diverse dimensioni che convivono e danno corpo a questa poesia: biologica e mitologica, immanente e cosmologica. Grazie per questa proposta.

      • complimenti Saverio, il tema della madre è uno dei più scivolosi e infidi, retorica e sentimentalismo sono sempre ben appostati e pronti all’agguato, ma vedo che sei riuscito a tenerli a bada e a distanza ragguardevole, la tua poesia n è completamente scevra e questo è un ottimo risultato. ho particolarmente apprezzato una certa affettuosa indulgenza sui dettagli del quotidiano, che sai quanto cari mi siano, la caraffa dal becco d’oca ma anche i piatti sulla tavola e i fili per stendere la biancheria, soprattutto questi versi:

        L’Angelo possiede ossa e carne e respiri

        e dispone i piatti

        sulla tavola

        nell’altra stanza

        davvero bravo Saverio!

        paolo polvani

        • Grazie tante Paolo, effettivamente forse il motore di questa raccolta, oltre ad un profondo sentimento, era proprio la sfida alla retorica, per portare un tema così primordiale all’interno di una luce di modernità e di non svelato ancora, dalle menti percepito come ‘ovvio’, invece di cardinale importanza per l’identità di tutti…

          • Centrata l’osservazione di Paolo Polvani, condivisa dall’autore, della necessità di tenere sempre a bada la retorica , così facile in territorio “di madre”, nonchè l’originale capacità di coinvolgere oggetti del quotidiano nella dimensione creativa, sfidando la loro capacità di aumentare la forza evocativa della scrittura.
            Spero di leggere altre interessanti annotazioni da chi legge l’intero sorprendente libro di Saverio…
            un saluto a tutti

Lascia un commento