Poesia Condivisa n.19: “Nelle tue stanze” di Marzia Spinelli

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VII

le stanze da te abitate,
le mura solide aprivi al giorno
e firmavi  il tuo sigillo alla notte,
ma seduta ti trovavo,
tra le carte disordinate di casa,
i panni stesi al frastuono di fuori,
eri fanciulla con un balzo d’atleta
per dissetare e nutrire il mio passaggio,
allineavi vetri d’acqua, vino e  liquori,
fino a casa durava
l’odore del cibo
traslocava e consumava
una fatica storica d’amore,
era un amore sbriciolato
il giorno dopo,
buono per un altro pasto,
spariva d’improvviso, si buttava
la carta, l’involucro, il nastro
troppo stretto il nodo bisognava tagliarlo.

VIII

a dimenticare la voce
ci vogliono anni, mi dicono.
Parlano come sapessero
tutto dei morti. Hanno pena sincera di me,
straniera approdata.
Stesso dolore, stesso cuore pesto,
abisso che si tace, se ne parla da soli
come colloquiano i matti.

 

XI

L’ultima stanza è l’ultimo giorno,
il più lungo, poi ti portano via.

XII

lo ricordavo piccolo
l’angelo custode della pietra
ma io ero bambina
in visita ai morti di famiglia

sembrava un giardino di pace
un posto dove curiosare i nomi
dei vecchi, delle mamme,
di altri bambini.

XVI

Sogno acqua, tormenta di gente
che vaga da buio a buio,
corpi, mondezza, e un’infinita pioggia
di rami, di edere mozze.

Tuona dolce la voce di mio padre:
svegliati figlia,
tengo il tuo respiro nell’incavo della mano.

 

Da Nelle tue stanze di Marzia Spinelli (Ed. Progetto Cultura – Collezione di quaderni di poesia Le gemme – Giugno 2012)

 

Nella poesia di Marzia Spinelli il verso stesso diventa sentire, palpito, o se necessario graffio. In questo poemetto, Nelle tue stanze, che porta una bella introduzione di Alberto Toni, la Spinelli indaga il sentimento della scomparsa (nello specifico della madre) entrando in contatto con le dimensioni irreali del tempo e della memoria. Anche il luogo si trasforma in ricordo, trasfigurandosi nel tempo. Forse è proprio la memoria a dare la forza; è il ricordo a sostenere nel momento infinito del dopo, quando ormai la morte è passata lasciando la sua lunga scia nera (/siamo cinque icone di sogni /ogni fine lontana).

La poesia della Spinelli, semplice ed elegante e con uno stile fortemente personale, ci porta inevitabilmente a ridisegnare il grafico delle nostre priorità, a ristabilire un equilibrio nel frenetico scorrere delle nostre esistenze.

 

Dichiaro di voler leggere eventuali successive raccolte pubblicate dall’autore per seguirne la futura scrittura, riferendone in questa rubrica.

Cinzia Marulli
Roma, 1 novembre 2013

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Margherita Ealla
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23 Comments

  • Cari amici, questi giorni di avvento ci portano tutti, credenti o laici, ad una pausa di riflessione, e credo che il seme della discussioni fin qui lanciato non sia casuale. per rispondere brevemente ad Annamaria personalmente avverto l’esigenza di ampliare lo sguardo su temi più sociali perché in questo momento storico difficile, ambiguo per certi aspetti e pieno di tensioni, penso che il poeta debba farsi portavoce di quel che accade; certamente ognuno ha le proprie corde e il proprio sentire, ma vorrei cercare ora oltre la memoria e il dolore intimo, senza rinnegarne il valore ovviamente, ma penso che è necesssario immergersi nel presente che ha molto da dirci e su cui molto dovremmo dire. ecco, questo è il mio sentire e ciò che mi propongo prossimamente. immagino che nei prossimi giorni ci sarà ripeto una pausa, forse sarà anche più difficile collegarsi … e colgo l’occasione per un augurio a tutti voi. voglio salutare e ringraziare anche Cinzia, per gli interventi di cui auspico un seguito, e per avermi accompagnata e avermi dato l’opportunità di partecipare a questi momenti di reciproca conoscenza e arricchimento. a presto. Marzia

    • la tua scelta, cara Marzia, è quella di molti scriventi, oggi. ed è una spinta che con forza e modalità diverse sta forse modificando il cammino della poesia nel nuovo millennio che vede dilatare tanti aspetti tragici dell’umanità, cui la parola scritta non può sottrarsi.
      sei invitata, come tutti gli autori qui presentati da lettori, a prepare l’e-book dono di Poesia Condivisa.
      auguro a te, a tutti coloro che ci seguono anche in silenzio e a tutta la redazione, di festeggiare in serenità questi giorni e in speranza il passaggio dell’anno,
      Annamaria Ferramosca

  • mi scuso prima di tutto per il ritardo con cui rispondo e partecipo, ho avuto difficoltà a collegarmi anche dovuti al mio pc che fa le bizze… grazie alla redazione, ad Annamaria e a Margherita per l’ospitalità e a tutti per essere intervenuti e per le parole che mi avete donato. la poesia è un dono, si dà e si riceve, la sua necessità consiste credo nello scambio con l’altro che spesso, o quasi sempre, non riusciamo a raggiungere come vorremmo; ha colto bene, come sempre Annamaria, quel che sento della poesia: il peso dell’aria che cerchiamo nel cielo dell’altro un pò più ampio; l’altro é sempre un’aspettativa, come la poesia, dialogo con sè e con l’altro. vorrei però agganciarmi al commento di Leopoldo Attolico, che ringrazio di cuore, per porre una domanda: Attolico parla di grazia, è una qualità,senza dubbio, un valore, ma ultimamente mi sono chiesta se la poesia debba essere invece un pugno in faccia, uno scuotimento terrestre e celeste… anche contro la commercializzazione, contro la distanza che la poesia sembra subire e mi riferisco anche al discorso di Cinzia… il poeta forse scrive in uno stato di grazia ma con un intento tellurico, non so trovare altra parola. lascio a questa brillante e vivace agorà questo pensierino, sperando di non aver detto banalità. vi saluto caramente con l’augurio di proseguire tutti nella propria ricerca poetica. Marzia Spinelli

    • Cara Marzia, aspettavamo la tua presenza e le tue parole. sono arrivate, con un invito denso a parlare di ” forza tellurica” della poesia, oltre che di grazia. Sì, credo proprio che il sommovimento della vera poesia sia dato da un mix di entrambe. La parola poetica come fonte di piacere estetico, ma insieme urto con il mondo per indicarne bellezza e storture, per ricondurci ad un’idea etica dell’esistenza. E mi piacerebbe sentire anche altri pareri… Grazie intanto a te per l’esca gettata. vorremmo sapere anche dei tuoi progetti futuri di scrittura, se hai nuove tematiche che ti stimolano. un caro saluto,
      annamaria

  • Gentilissimo Romeo Raja,

    il quaderno di poesia “Nelle tue stanze” di Marzia Spinelli è acquistabile direttamente dal sito della casa editrice Progetto Cultura al seguente link.

    http://www.progettocultura.it/
    o più dettagliatamente:
    http://www.progettocultura.it/http://www.progettocultura.it/453-nelle-tue-stanze-9788860924971.html

    Oppure in Roma si trova presso la libreria caffè letterario Mangiaparole in Via Manlio Capitolino 9 – (fermata Furio Camillo della Metro A).
    Altrimenti è possibile acquistarlo anche presso gli innumerevoli siti di vendita on-line come i seguenti:

    http://www.ibs.it/code/9788860924971/spinelli-marzia/nelle-tue-stanze.html

    http://books.google.it/books/about/Nelle_tue_stanze.html?id=n5_MMgEACAAJ&redir_esc=y

    http://www.inmondadori.it/Nelle-tue-stanze-Marzia-Spinelli/eai978886092497/

    Mi faccia sapere se queste modalità per lei vanno bene
    Cordialmente
    Cinzia Marulli

  • come è difficile questa leggerezza che ti permette di andare avanti nella lettura sorpreso di parola in parola, mantenendo così alto il tono di questo sentimento che come si dice qui nei commenti, è chiaro solamente quando ti sfiora. E il perfetto equilibrio di questa narrazione ti permette di sfiorarlo e di riconoscerlo. C’è tantissima scrittura, cura dei particolari e ricerca, ma ancora più grande è l’intento di tenerli sommessamente al servizio del pensiero.
    Se fosse possible avere gli estremi per poterlo cercare e comprare, ve ne sarei grato. grazie e grazie per questo post
    romeo raja

  • grazie a te, Cinzia, per la tua partecipazione così viva e invitante. sono sicura che risolverai il problema dell’insert in rubrica e spero che altri non abbiano riscontrato la stessa difficoltà, vista la tenue partecipazione a questo post, penso dovuta alle distrazioni prefestive.
    Cinzia giustamente parla della densa poesia di Marzia Spinelli con i temi di morte-vita, amore-assenza, desiderio inestinguibile di quella che io chiamo “prossimità”, capace di lenire la solitudine che ci accompagna fin dalla nascita. e rilancia gli stimoli di questa scrittura, dilatando la riflessione sui significati del poiein in generale.
    credo, Cinzia, che tutti si pongano, poeti e non, l’eterna cruciale domanda di senso, e che questa bussi con più veemenza quando ci troviamo a tu per tu con la perdita, o veniamo spinti sul margine dell’esistenza magari avendo schivato un’incidente-malattia mortale… vero è che non vedremo mai con chiarezza, mai ci sarà possibile squarciare il velo dell’oltre. dovremo piuttosto – e la poesia invita a farlo nei versi e anche nei silenzi di ogni poeta – vivere-scrivere in assidua ricerca di’incontro, colmi d’indulgenza verso l’altro. solo a questo la materia effimera di cui siamo fatti ci spinge e forse può avvicinarci al senso del tutto. ricordo questi due versi di Marzia Spinelli dal suo precedente libro Fare edisfare, davvero rivelatori:

    il peso dell’aria che cerchiamo

    nel cielo dell’altro un po’ più ampio.
    riguardo al tema sull’editoria e vendita dei libri di poesia che proponi, temo che ci possa portar fuori dal dibattito sui contenuti poetici del post, ma di sicuro è attinente allo scopo di questa rubrica (che è non solo quello di superare l’egocentrismo degli autori, abituati ad autoproporsi, ma anche quello di stimolare all’acquisto dei libri di poesia di un autore che è riuscito a “muovere”!)
    non credo che i lettori forti di poesia aspettino di avere libri in regalo dall’autore o editore, a meno che non facciano lavoro di critica militante. la maggioranza dei lettori di poesia sceglie in proprio poeta e libro di solito per esserne stato incuriosito attraverso poesie lette o schede- articoli particolarmente efficaci. auguro alla collana Le Gemme, che so basata solo sulla qualità delle scritture proposte, successo e tenuta. sono proprio le case editrici No Vanity Press(non a pagamento)che rischiano sugli autori perché credono nella loro scrittura, a fare la differenza.
    un caro saluto ,
    annamaria ferramosca

  • Intervengo ancora per affrontare invece una tematica commerciale. Perché non si vendono i libri di poesia? Purtroppo non si vendono non solo perché la gente non legge poesia, ma anche perché chi la legge, chi è nel giro – intendo -, si aspetta sempre che l’autore o la casa editrice gliene faccia dono. Purtroppo parlo per esperienza diretta. Questa è una cosa grave. Che rischia di uccidere la poesia e le case editrici serie che pubblicano senza chiedere alcun contributo all’autore (neanche l’acquisto delle copie). La collana di quaderni di poesia Le gemme ha questa particolarità, ma purtroppo rappresenta un costo per la casa editrice e per me che ne sono la curatrice. Spero solo di avere sempre fondi sufficienti per continuare questo sogno.
    Un caro saluto a tutti voi
    Cinzia Marulli

  • Salve a tutti, per prima cosa desidero scusarmi per aver
    atteso tanto tempo per partecipare a questa discussione di cui sono
    profondamente grata.

    Sono stata fuori fino a fine novembre e purtroppo
    dall’ufficio, pur riuscendo ad entrare nel sito con estrema lentezza, non si
    vede più la casella per inserire i commenti. Questo mi dispiace moltissimo
    perché mi esclude quasi completamente dal partecipare a questo interessante e
    serissimo sito. Mi sto attrezzando a casa e spero si risolvere presto questo
    problema.

    Oggi vi scrivo dallo studio del mio compagno che,
    ringraziando il cielo, non ha blocchi di sorta!

    Ma veniamo a noi, a ciò che è importante. Veniamo alla
    poesia, ai versi asciutti e diretti di Marzia Spinelli.

    Mi piacerebbe riuscire ad aprire una discussione su questo
    forum prendendo proprio spunto dalla raccolta Nelle tue stanze.

    Cosa sostanzia la poesia? La vita ne rappresenta l’humus? In
    questa raccolta scritta in memoria della madre non è forse proprio la vita ad
    essere rappresentata? Il dolore, l’assenza, la perdita, il vuoto, ma anche
    l’amore, la famiglia, il desiderio infinito dell’uomo di trovare l’affetto, il
    riconoscimento della propria dinignità, lo spettro della solitudine non sono
    forse protagonisti di molti grandi versi? E’ giusto affermare, come stanno
    facendo alcuni critici, che il non-senso sia collegato all’assenza?

    Lancio nell’etere questi interrogativi con la speranza di
    conoscere la vostra opinione.

    Ma prima di salutarvi desidero ringraziare la redazione di
    poesia condivisa per aver dato spazio alla poesia di Marzia Spinelli. Una
    poetessa in cui credo tantissimo e che sono certa ci riserverà gradite
    sorprese.

    Cinzia Marulli

  • a tutti i lettori: se vi fosse difficoltà nel meccanismo di inserimento dei commenti, siete pregati di segnalarlo per cortesia con una mail a

  • Questa rubrica è fatta per l’accoglienza della parola poetica cercata, amata e comunicata dai veri destinatari: tutti. E questi testi di Marzia Spinelli, con la partecipazione viva che sollecitano, di cui qui si vedono le testimonianze, stanno assolvendo al loro compito : la comunicazione di un dolore vissuto e di una interiorità che grazie al dolore si rigenera trasformandolo in visione di bellezza. E’ questa la funzione della poesia. E compito degli estimatori della bellezza quando la si incontra, è quello, spontaneo e insieme necessario, di dilatarla, leggendo e facendo leggere ancora altre pagine, altri moti poetici dell’autore. Poesia Condivisa ringrazia tutti per far questo.
    Annamaria Ferramosca

  • Condivido tutti i commenti dell’opera di Marzia Spinelli “Nelle tue stanze”, un libro in cui è possibile specchiarsi e riconoscersi non solo sul senso della perdita e dell’elaborazione del lutto ma anche sul concetto della memoria e dell’inesorabilità del tempo che la poesia riesce a “fermare” e a rendere così sempre presenti e reali. Le poesie di Marzia Spinelli hanno un’intensità lirica e una capacità evocativa davvero straordinarie. E mi fa ancora più piacere poterle leggere in questa rubrica, considerato che tempo addietro avevo segnalato anche io l’autrice alla Redazione per il suo precedente libro “Fare e disfare”.
    Saluti e complimenti
    Monica Martinelli

  • la stanza, la <>, della propria casa è sempre stata il corpo che ricopre il corpo. è un fatto antropologico che l’essere umano sia sempre alla ricerca di una stanza-tana, per proteggere e consolare il proprio fragile corpo (a sua volta protettore dell’anima).
    la protagonista del libro di Marzia ha lasciato il corpo, e le sue stanze sono rimaste vuote. anche le stanze, però, sono state lasciate, creando una doppia perdita per Marzia.
    di tutto questo il libro non riflette una banale lamentazione, ma deriva una profondissima espressione della vita che in quelle stanze-corpo è stata generata ed è cresciuta. così Marzia comunica una parte della propria vita, di se stessa, con necessità e verità.
    Roberto

  • La scrittura di Marzia ha la forza di arrivarti dritta alla pancia, scuoterti con una disarmante linearità e semplicità. Le immagini che evoca anche in questo suo ultimo lavoro hanno la peculiarità di appartenere a un comune sentire, per questo vibrano di intensità e autenticità!grazie marzia per aver donato altri versi, felice di averti incontrato nel mio cammino
    Con stima
    alessia

  • Marzia Spinelli possiede una voce poetica che si contraddistingue. Classe e raffinatezza, dettato deciso eppure morbido… Ho la fortuna di condividere il laboratorio e molti eventi con lei. Ecco, io imparo da Marzia:-)))

  • Mi sembrano, queste poesie di Marzia Spinelli, al di là dell’esplicito rivivere la perdita, offrire molto altro, sotteso. si percepiscono fessure sottili che, attraverso quelle “dimensioni irreali del tempo” di cui parla con acuta sensibilità Cinzia Marulli, rivelano le consonanze del mondo, come se intorno tutto, come i “rami ed edere mozze” , si unisse al pianto, si ripiegasse sul bordo estremo della fine. sappiamo come molta poesia non sia che una continua meditazione sul nostro essere effimeri. Questi versi di pacificato rammemorare da parte di una “straniera approdata” sull’indicibile bordo, hanno la capacità di invitarci all’indulgenza, alla gratitudine, al vivere come fosse ogni attimo, l’ultimo.
    Annamaria Ferramosca

  • Ringrazio molto Leopoldo Attolico per avere sottolineato “la gestione del sentimento e dell’emotività” “esperita con la grazia e la forza espressiva che merita”- Trovo anch’io questa grazia pacata, “suadente” la descrive Leopoldo, “semplice ed elegante” per Cinzia Marulli, molto capace di dire con brevi tocchi, anche biografici, ma di tutti, lo

    “Stesso dolore, stesso cuore pesto,

    abisso che si tace, se ne parla da soli

    come colloquiano i matti.”

    Un grazie a tutti
    Un caro saluto

  • La gestione del sentimento e dell’emotività è qui esperita con la grazia e la forza espressiva che merita . Mi sembra che la poesia ne esca corroborata suadente ed incisiva . Complimenti e un saluto .
    leopoldo attolico –

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