http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/ Tutto (o quasi) sulla poesia contemporanea italiana Tue, 07 Nov 2017 16:31:03 +0000 hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.1 Di: Intervista Senza Domande a Loredana Semantica (di Flavio Almerighi) – Neobar http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-22680 Wed, 28 Jun 2017 14:54:00 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-22680 […] e cicale (13.8.2010) L’informe amniotico (27.2.2011), quest’ultima raccolta opera selezionata al premio “Opera Prima 2012” e opera finalista al premio “Lorenzo Montano 2012” sezione “raccolta inedita“ è stata […]

]]> Di: Carlo DR http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-11519 Sat, 14 Jul 2012 21:18:38 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-11519 Ho appena visto, con un po’ di ritardo, il video che mi hai consigliato. Mi pare che l’autore del video si contraddica. Prima afferma che non è possibile dividere forma e contenuto, ma poi li divide, e li tratta come due elementi distinti, dotati di problematiche differenti (contenutismo vs formalismo). Delle due, una può essere la sua opinione: o “è possibile separare forma e contenuto”, o “non è vero che è possibile separare forma e contenuto”. Dunque, mi sembra che l’autore intuisca il problema, ma non riesca ad avvicinarlo.

]]> Di: Redazione http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10364 Sun, 17 Jun 2012 09:38:34 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10364 Carlo, riguardo a questo discorso, ti consiglio di vedere i video di Cepollaro qui: http://poesiadafare.wordpress.com/quello-che-si-puo-dire-in-poesia/ Magari possono risultarti interessanti!
Grazie a te
Luigi

]]> Di: Carlo DR http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10363 Sun, 17 Jun 2012 07:40:53 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10363 Questo, il fatto che la poesia oggi si ricaverebbe per differenza (non è romanzo, non è teatro, etc., allora è poesia), dovrebbe rendere incredibilmente sospettosi circa il chiamare ciò poesia. Anche la brevità, non era mai stata una componente essenziale della poesia, basta richiamare alla mente i canti del già citato Leopardi, o i poemetti di Pascoli. Ancora a proposito di Leopardi, una cosa è l’endecasillabo sciolto, una cosa è un verso non canonico ma musicale (e.g. Ossi di Seppia di Montale), un’altra è un verso la cui unica speranza di musica è affidata all’interpretazione del lettore/attore.
Il fatti che due cose abbiano il medesimo nome, non vuol dire che siano la medesima cosa, è il caso, ad esempio, della democrazia per gli antichi e della democrazia per come la intendiamo noi. Il fatto che le chiamiamo entrambe democrazia, non istituisce, di diritto, una fratellanza od una discendenza. A me pare che la stessa cosa si possa dire oggi della poesia.
Non credo che l’uomo si ponga domande diverse, credo che la caduta di certi requisiti tecnici o/e filosofici ci abbia esposto alle risposte di persone che, un tempo, non sarebbero state qualificate per rispondere, o almeno non attraverso la poesia. Ribadire o riproporre le stesse risposte, non mi sembra inutile, mi sembra necessario. A meno che non crediamo di avere appreso tutto, cosa che io di certo non credo.
Ad ogni modo, grazie per la piacevole discussione, e grazie a Patrizia Valduga per i suoi versi.

]]> Di: Redazione http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10361 Sat, 16 Jun 2012 09:01:33 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10361 @Carlo: io non ho mai accennato alla sovrapposizione cui fai riferimento. E, ad essere pignoli, si potrebbe ragionare sulla “forma breve” come conseguenza di un tipo di utilizzo del linguaggio, piuttosto che come causa sovradeterminata ed a priori che assiomaticamente definisce un testo scritto come poesia. Nel senso che se io non faccio un uso didascalico del linguaggio, un uso descrittivo; se non rispetto quelle che sono le norme retoriche che definiscono il romanzo (o il saggio o il trattato di filosofia), allora sto facendo qualcos’altro. Questo qualcos’altro, il più delle volte è Poesia; altre volte è: niente.
La brevità che contraddistingue il testo poetico o che caratterizza un verso spesso è il risultato obbligato di meccanismi linguistici come la condensazione, la evocazione, l’inedito di un pensiero che non può essere spiegato ma solo detto proprio perché inedito.
Che poi in molti casi tutte queste circostanze piuttosto che rappresentare esigenze imprescindibili di espressione di una forma inedita di conoscenza vengano usate come formalismi che si rispettano (forzatamente o, peggio, forzosamente, artificiosamente) per essere riconosciuti come poesia, è un altro discorso.
Rispetto alla liberazione del verso: ci sono ragioni storiche e sociologiche che hanno determinato cambiamenti in poesia così come nel resto del fare umano; ragioni che comunemente vengono ricondotte al postmoderno.
L’esigenza di emancipazione, di abbandono del formalismo, del rifiuto del manierismo hanno cambiato anche la poesia (nel bene e nel male). Ora, discutere su se questo sia (stato) un bene o un male mi sembra piuttosto inutile (nella misura in cui ci si limiti a ridurre il discorso solo a questo, senza essere poi in grado di trarre conclusioni che aggiungono un tassello al mosaico). Come pure mi sembra inutile o, almeno, anacronistico, stare qui a discutere su Pascoli, dimenticandosi del verso libero di Leopardi e degli stravolgimenti della poesia francese (da Rimbaud e Baudelaire fino a Ponge, passando per i surrealisti e le altre avanguardie e neoavanguardie europee).
La poesia di Omero era epica perché era la unica poesia possibile nella sua epoca mitica. La poesia rinascimentale era allegorica perché era la unica poesia possibile. La poesia romantica era quella del verso libero, della modernità, dello sconvolgimento del linguaggio, perché era la unica poesia possibile. Con poesia possibile, intendo l’unica che davvero nasceva da esigenze storiche, sociali, filosofiche che appartenevano all’epoca che le ha originate. Oggi, proporre una poesia mitica o un ritorno al formalismo “perché si, perché è meglio” è un anacronismo che produce una poesia incapace di rispecchiare le esigenze del tempo a cui appartiene. Le domande che oggi l’uomo si pone non sono diverse rispetto a quelle che si poneva 100 anni fa; rispondere però allo stesso modo dei nostri antenati non serve a nulla e, soprattutto, a nessuno. Ogni epoca ha i suoi poeti e un poeta, perché possa essere riconosciuto come tale, deve essere in grado di interpretare l’epoca cui appartiene ed offrire vie inedite di relazione, interpretazione, reinterpretazione.

@M: anche il tuo commento è una merda. e non te lo dico perché sono un feroce sostenitore della poesia della Valduga o perché mi infastidisce la volgarità, ma perché in questo blog – che è pubblico – della democrazia e della libertà di espressione degli internauti ce ne sbattiamo altamente nel momento in cui se ne abusa confondendola con “dico quello che mi pare, quando mi pare e come mi pare”. Siccome siamo convinti che argomentare le proprie ragioni è molto più efficace che imporre opinioni dal fiato corto (“x è una merda”), cerchiamo di fomentare questo tipo di interazioni piuttosto che altre.
Detto senza risentimenti 🙂

Luigi B.

]]> Di: M http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10359 Fri, 15 Jun 2012 21:33:25 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10359 ah: qualcuno prima o poi doveva prendersi la responsabilità di dirtelo. la valduga è una merda.

]]> Di: M http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10358 Fri, 15 Jun 2012 21:31:26 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10358 e insisti. non si tratta più di liberare niente da niente: è stato già fatto. non c’è più nessuna rottura: è ancora una volta lavorare con la tradizione.

]]> Di: Carlo DR http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10353 Fri, 15 Jun 2012 06:31:58 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10353 @Redazione: Tutto quello che dici, a me sembra vero della scrittura in generale. Non capisco perché sia divenuta necessaria la sovrapposizione forma breve / poesia.

@M: Magari avessi perso un solo secolo su trenta, mi riterrei piuttosto fortunato. Ad ogni modo il ‘900 non è solo “verso libero”, nel ‘900 abbiamo anche Pascoli, per esempio, ma pure Patrizia Valduga. E, se dovessi scommettere su chi avrà un nome fra le prossime generazioni , non punterei sugli autori che hanno liberato – chissà da cosa? – il verso.

]]> Di: M http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10331 Sat, 09 Jun 2012 15:38:11 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10331 A me pare che la questione sia fin troppo semplice, nello specifico: il buon Carlo DR deve essersi perso per strada il ‘900.

]]> Di: Redazione http://poesia2punto0.com/2012/01/28/opera-prima-2012-le-opere-finaliste/#comment-10329 Sat, 09 Jun 2012 10:00:17 +0000 http://poesia2punto0.com/?p=8849#comment-10329 Le composizioni con una forte partitura di accenti sono sicuramente un tipo di poesia (che anche io apprezzo molto, più di altri tipi di poesia). Però, appunto, è un tipo di poesia, non LA poesia. Bisogna prendere atto che la poesia cambia come cambia chi la scrive: la scrittura ha spesso preso il sopravvento sulla oralità; lo stile, le figure retoriche, le costruzioni verbali di immagini inedite spesso sono più importanti della musicalità o del ricordo. La poesia del XXI secolo non è quella epica di Omero e non è quella di Rimbaud. Ci sono esigenze, spinte diverse che giustificano una poesia diversa, ed è giusto sia così. Escludere a priori questa poesia significa perdere una parte del presente a cui è necessario offrire non solo una possibilità ma anche una spiegazione.
Le ragioni per cui si scrive poesia oggi non sono le stesse di 30 anni fa, ancora meno somigliano a quelle dell’epoca epica. Se la poesia è più di un gioco linguistico o di una personalizzazione del linguaggio, è allora una istanza che invita alla conoscenza del mondo verso altre vie; è una possibilità. Bisogna cogliere questa possibilità e vedere in che modo è possibile beneficiarsene. Io credo questo, come credo che da tutto questo non è possibile separare il gusto personale. Le due cose vanno assieme.
A livello personale, scelgo ovviamente orientandomi con il gusto, con le mie esigenze ed anche con la curiosità di esplorare nuove forme espressive, evitando di pormi troppi paletti che potrebbero limitare la mia esplorazione pregiudizialmente. Ma questo solo a livello personale. Con un sito che non è personale ma rivolto ad un “pubblico” di cui io per primo faccio parte e con una redazione composta da più di una persona non è possibile scegliere cosa sia poesia prima di raccoglierla, poiché ci si escluderebbe a vicenda e non si andrebbe da nessuna parte.
Ci sono molti poeti su questo sito che io non ritengo tali o che, più semplicemente, non mi piacciono. Ma io non sono l’unico che può parlare di poesia. Imporre un canone personale non apporta nulla alla conoscenza. Intrecciare il proprio canone con quello degli altri (anche dandosele di santa ragione) riesce almeno a lasciare l’illusione di fare bene qualcosa.
L.

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