Qualunque sia l’apparato linguistico, la poesia rende percepibile questo limite di rappresentabilità, come dire: rende percepibile l’irrappresentabile. — Cesare Viviani

Si salvi chi può
Posted 4 days ago

 
Si diventa maturi e allora ognuno per i cazzi suoi, sembra essere questa la morale di uno degli ultimi articoli di Temporelli su Atelier.
La maturità separa, divide, frantuma la comunità.…

Si salvi chi può
Addio alle armi: per una (pacifica) convivenza delle poetiche
Posted 5 days ago

Nonostante comunemente si tenda a credere il contrario, l’inarrestabile lavorìo intorno al linguaggio poetico produce (e si riproduce in) un flusso di risultati artistici e critici sempre più importante, sia…

Addio alle armi: per una (pacifica) convivenz…
Mappature: Hebenon – La rivista
Posted 5 days ago

 

HEBENON
Semestrale internazionale di letteratura
(Aut. Trib. di Ivrea n.195 del 22/01/1998)
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Mappature: Hebenon – La rivista
Parola ai Poeti: Michele Fabbri
Posted 6 days ago

 
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Lo stato di salute della poesia non è certo buono, anche perché la letteratura è ovviamente legata…

Parola ai Poeti: Michele Fabbri
Il viaggio, il tragitto, la poesia e Cappello
Posted 10 days ago

 

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Sono seduto al bar matilda sulla graefestrasse con il mio portatile connesso e finora inoperoso (lo dico per creare un po’ l’effetto-cinema …). Aspetto di fare la…

Intervista di Paolo Gervasi a Gabriele Frasca
Posted 11 days ago

 
Attraverso il libro di Steven Connor, La voce come medium, abbiamo imparato che il potere è una voce dissociata. Che l’uomo, prima ancora di parlare, è parlato. In che modo…

Intervista di Paolo Gervasi a Gabriele Frasca
Poesia Condivisa: 'La mattina dopo', di Stefania Portaccio
Posted 11 days ago

 

certo ostico è farsi convesso
arco e freccia acuminata
e al tempo stesso – o appena a ridosso
culla germinante
pozza immota
antro dove risuona il fragore
della vita, lo stupefacente suo vigore

ma cos’altro fare?

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un dolore…

Poesia Condivisa: ‘La mattina dopo’, di Stefa…
Parola ai Poeti: Marina Corona
Posted 13 days ago

 
Qual è lo stato di salute della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Direi molto vitale(le voci che scrivono sono infatti moltissime) ma dal polso estremamente irregolare e in stato…

Parola ai Poeti: Marina Corona
Parola ai
Posted 20 days ago

 
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
La salute della poesia italiana è buona, nonostante i poeti abbiano perso ogni potere fatico o forse…

Parola ai Poeti: Roberto Bertoldo
Svalutation
Posted 23 days ago

 

Sono così buono, deve essere lo spirito del natale, quasi quasi la smetto con questa propaganda sulla scomparsa dell'autore e rivendico il diritto della firmetta sul librino.
Sono così buono e…

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Madre e figlia, versi per dirsi addio

di

 

China

Maria Pia Quintavalla

2010, 120 p.

Editore Effigie (collana Stellefilanti)

 

 

di  Giulia Borgese

La madre sta morendo: sono i giorni in cui, per forza e per amore, la figlia si trova ad esserle più che mai vicina. A momenti perfino la scopre e a momenti la ritrova come se la ricordava dagli anni dell’infanzia: la madre infatti parla, parla molto, quasi voglia costruire per la figlia un “libro detto / e non scritto, cui ciascuno / doveva credere  per fede quando attaccavi a dire, / Tu non sai quando…”.

La figlia è Maria Pia Quintavalla, poetessa (Estranea, del 2000, canzone con postfazione di Andrea Zanzotto) che sa cogliere da questi momenti pieni di parole e di fantasmi, di carezze e litigi, di verità e di sogni, di lontananza e di amore l’occasione per questo suo nuovo romanzo in versi.

China è il titolo (editore Effigie, collana Stellefilanti) ed è il nome della madre, e di ogni donna che parla: in verità indica anche le due donne insieme che si incontrano si osservano e si dicono addio. La vediamo in copertina, la madre, quando era bella e molto giovane in una di quelle fotografie degli anni Quaranta, lucide e con i bordi frastagliati: la figlia se la ricorda con “quei foulards che ti vestivano come una madonnina, / castigando la purezza della fronte e il naso / …Foulards custoditi in collezione / dai molteplici colori, a tinta unita come li definivi, / o in fantasia di bianco e blu chanel”. E’ un libro coinvolgente come a volte solo la poesia sa esserlo, e coraggioso per il lessico familiare strettamente autobiografico e insieme appartenente a tutto il mondo femminile.

In questo fitto riconoscersi vengono a galla momenti diversi come quando la madre la rimprovera: “Andiamo molto più d’accordo al telefono / l’ho notato anch’io, ma sentivo soffocare / la vergogna né lei se ne avvedeva. / Dunque ci avevo pensato, continuava, / è meglio non ci vediamo di persona”. Oppure: “Ve ne accorgerete quando non ci sarò più / dal letto di agonia ci minacciavi, appena lo potevi ricattando i nostri cuori”.  Ma ogni tanto il vaneggiare della vecchia donna morente cambia tono, si fa tenero: “Come sei bella, ti affrettavi a dirmi / cominciava così il tuo testamento oscuro”.

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