Anna Maria Farabbi è nata a Perugia il 22 luglio 1959.
Premio Montale nel 1995, è stata redattrice della rivista letteraria “Lo spartivento” di Bologna, ora inattiva. Ha collaborato per traduzioni, recensioni e interviste a scrittrici e scrittori e per lavori di critica letteraria a vari giornali e riviste, tra cui “Legendaria”, e per la rivista bilingue africana “Sister Namibia”, come corrispondente italiana.
Ha pubblicato opere saggistiche sulla rivista letteraria “Il rosso e il nero”. Suoi racconti e poesie sono apparsi su varie pubblicazioni, tra cui “Poesia”, “Atelier”, “La Clessidra”, “Il vascello di carta”, “Versodove”, “Poetrywave”, “Yale italian poetry”, “Pagine”, “Famiglia Cristiana”, “Letture”.
Attualmente collabora con la Fondazione Bianciardi – Il Gabellino – per un lavoro di interviste ad esponenti autorevoli internazionali (storici, poeti, filosofi, traduttori…).”
Anna Maria Farabbi ha pubblicato le raccolte di poesia Fioritura notturna del tuorlo, Tracce,1996; Il Segno della Femmina, Lietocolle, 2000 con cd; Adlujè, Rovigo, Il ponte del sale, 2003; Kite, con portfolio di 9 opere grafiche di Stefano Bicini, Studio Calcografico Urbino, 2005; Segni, con opere grafiche di Stefano Bicini, Pescara, Studio Calcografico Urbino, 2007; La magnifica bestia, Travenbooks, 2007, Solo dieci pani, Lietocolle, 2009.
Ha anche pubblicato libri di prosa – Nudità della solitudine regale, Zane Editrice, 2000 e La tela di Penelope, Lietocolle, 2003 – e di saggistica con traduzioni – Le alfabetiche cromie di Kate Chopin, Lietocolle, 2003, una monografia su Kate Chopin; Un paio di calze di seta, Sellerio, 2004, una scelta di racconti di Kate Chopin; Il lussuoso arazzo di Madame d’Aulnoy, Travenbooks, 2008. Opera edita critica d’arte: “Maria Cammara“, Lalli,1999.
Sull’opera della Farabbi, Francesco Roat ha curato la monografia L’ape di luglio che scotta, Anna Maria Farabbi poeta, Lietocolle, 2005.
Anna Maria Farabbi si racconta così:
“Sono presenti in me: quel bambino cieco, privo di braccia a causa della guerra, che sta leggendo con le labbra, fotografato da David Seymour (Roma 1948), e Jean Dominique Baudy che, non sapendo arrendersi alla malattia, scriveva con le palpebre. Uno mi insegna a leggere e l’altro a scrivere. Entrambi, contemporaneamente: la preziosità del ricevere e l’estenuante pratica di ogni relazione, la profondità del sentire e la parsimonia, cerimonia, del segno.” (viadellebelledonne)